Il vescovo: "Suora di clausura mamma?
Cose che possono succedere"

Il vescovo: "Suora di clausura mamma? Cose che possono succedere"

di Carla Passacantando
SAN SEVERINO - La prima notizia è che sia il neonato sia la suora mamma stanno bene.



Il resto è avvolto dalla nebbia che ieri ha un po’ imperversato con la pioggia e la neve sull’entroterra maceratese.



L’arcivescovo di Camerino San Severino Francesco Giovanni Brugnaro, premettendo che il caso specifico non rientra tra le sue competenze, è assolutamente fraterno: “Succedono casi del genere, dipende ora dalla monaca se lascerà l’istituto religioso per avere cura del piccolo”.







“La monaca era da noi per studiare la lingua italiana”: a dirlo è una delle religiose della comunità religiosa “Sorelle missionarie dell’amore di Cristo”, Smac, ospitata nell’ex seminario San Paolo di San Severino. “Il piccolo ora è all’ospedale di Macerata - aggiunge la suora della comunità - e sta bene”. Qualcuno ha parlato anche di scomuniche: “La scomunica è un qualcosa di veramente grande e non può essere emessa per aver avuto un bambino”.



Una donna - suora, monaca o novizia straniera che sia - di 35 anni, sembra originaria della Bolivia, si presenta in ospedale con un forte mal di pancia. I medici del pronto soccorso avvisano il reparto di Ostetricia, e poco dopo la donna mette al mondo un bel bambino, che sembra sia intenzionata a tenere con sè, abbandonando le Sorelle missionarie dell’Amore del cuore di Cristo che a giugno l'avevano accolta nel loro convento. È ancora un po’ misteriosa la storia di questa neo mamma.



Per tutto il giorno a San Severino si rincorrono indiscrezioni e smentite, mentre l’ospedale Bartolomeo Eustachio alza un muro di silenzio a difesa della privacy della puerpera, dimessa già da alcuni giorni. In un primo tempo pare si tratti di una suora di clausura, ma la madre badessa del Monastero di Santa Chiara, Rosella Mancinelli, smentisce “in modo categorico che la vicenda riguardi una sorella clarissa della comunità o consorelle di monasteri della zona”. Poi si apprende che la donna è ospite del convento delle Sorelle missionarie.



Al telefono della struttura una voce femminile risponde con difficoltà ai giornalisti: "Non è una suora, ma una ragazza che stiamo aiutando”. Ma la domanda se la mamma abbia o meno preso i voti cade nel vuoto, e l’interlocutrice riattacca la cornetta.



Qualunque sia la verità sulla veste esatta della donna, nel reparto di Neonatologia dell’ospedale di Macerata è festa per un bambino in buona salute, sottoposto ad accertamenti solo perché la madre ha attraversato una gravidanza tutta in salita senza supporti medici specialistici durante i mesi di gestazione.



Al pronto soccorso la suora, descritta come una donna alta e robusta, è arrivata domenica scorsa, poco prima del parto, accompagnata da due consorelle con gli abiti dello Smac che di recente a San Severino ha festeggiato i 20 anni di presenza.



Lasciato l’ospedale di San Severino - dove in corsia negano perfino il parto - mamma e bambino sono andati a Macerata per una serie di accertamenti: il piccolo è appunto ricoverato mentre la mamma ha una cameretta a disposizione per assistere il piccolo che allatta e avrebbe già manifestato il desiderio di riconoscerlo.



Il tema delle gravidanze fra giovani che abbracciano la vita consacrata in Paesi difficili è un argomento che si pone all’attenzione della Chiesa con sempre maggiore frequenza.



“Ogni nostra comunità - recita la regola delle Smac, le Sorelle missionarie - è casa di ascolto e accoglienza, scuola di preghiera, aperta a coloro che ne hanno bisogno”. La suora incinta aveva trovato rifugio nella casa di San Severino, e oggi in città si parla di questa vicenda con molto rispetto, e affetto per la suora.





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Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Gennaio 2015, 17:21