Malato da 17 anni, per l'Ulss è grave:
ma per l'Inps è sano come un pesce

Malato da 17 anni, per l'Ulss è grave: ma per l'Inps è sano come un pesce

di Elisio Trevisan
MESTRE - Da 17 anni è malato di sclerosi multipla, per l’Ulss 12 veneziana è in brutte condizioni e sta peggiorando, per l’Ulss 13 di Riviera del Brenta Miranese non sta benone ma quasi. L’Inps non gli riconosce l’aggravamento dell’invalidità. Nemmeno la prima volta Stefano di Oriago di Mira aveva chiesto il riconoscimento dell’invalidità per una questione economica: «Se lo facessi per i soldi starei fresco. Sono costretto a pagare di tasca mia 300 euro al mese per una medicina che il Servizio sanitario nazionale non mi passa, eppure è indispensabile per raggiungere una qualità della vita un po’ migliore. Nel senso che riesco, con molta fatica, a lavorare. E per me il lavoro è un modo per dimostrare a me stesso e agli altri che sono vivo».



Stefano è invalido al 60%, per avere una pensione deve arrivare al 74%, a patto che non superi i 4 mila euro annui di reddito. Con il suo lavoro, che si tiene stretto con le unghie e con i denti, li supera. Ha chiesto, insomma, che gli venisse riconosciuta l’invalidità per una questione di principio, «perché ritengo che uno Stato civile debba aiutare i propri cittadini nel momento del bisogno, e per questo motivo ho affrontato i mille disagi che comportano le pratiche burocratiche perché mi riconoscessero l’aggravamento». Ricapitolando: Stefano, come molti altri cittadini veneti, è costretto a pagare di tasca propria alcune costose medicine, ha dovuto sborsare 3500 euro per modificare l’auto (installando i comandi al volante, oltre al cambio automatico che per fortuna già aveva) perché le sue condizioni sono peggiorate, e l’Inps non gli ha riconosciuto l’aggravamento dell’invalidità. «La Regione continua a tagliare i fondi per la sanità e ormai, a meno che uno non sia ridotto quasi a un vegetale, i medici dell’Ulss e quindi l’Inps non riconoscono più nulla - continua Stefano -.
Noi malati sappiamo bene che questa è la situazione, e quel che ci offende è che le istituzioni non siano chiare: tagliano i sostegni ma non dicono chiaramente che lo fanno. Così ci costringono a umilianti e costose trafile burocratiche per non ottenere nulla». Se ci si aggiunge che, durante queste trafile, ci sono realtà pubbliche che dicono il contrario di quanto certificato da altre, si comprende come le persone malate gravi e i disabili facciano sempre più fatica a cercare di avere una vita per quanto possibile normale. Nel caso di Stefano i medici dell’Ulss 12, che lo hanno visitato per la patente, due anni fa gli hanno imposto la patente speciale e di usare il cambio automatico; e l’anno scorso ha dovuto installare i comandi al volante. I medici dell’Ulss 13 l’hanno visitato per valutare la sua richiesta di aggravamento dell’invalidità: «Gli ho portato il certificato del neurologo che mi ha assegnato il grado 6 nella scala Edss per la sclerosi multipla, il settimo corrisponde al paziente in sedia a rotelle. Soffro di stanchezza cronica e mi muovo a fatica con le stampelle, eppure mi hanno chiesto di camminare senza. Per poco non piombavo a terra, e alla fine hanno detto praticamente che sto bene».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Gennaio 2015, 20:20