La bara bianca, dopo una sosta di dieci minuti nella casa del giovane, è stata portata a spalla dagli amici fino alla chiesa, per circa 300 metri. Gli amici si sono dati il cambio per trasportare il feretro seguito da un lungo corteo di persone in lacrime.«Emanuele aveva sempre il sorriso, era solare e soprattutto era un bravo ragazzo», ha detto una cugina della nonna di Emanuele, tra le lacrime. Una vicina lo ricorda quando era piccolo e fino a pochi giorni fa, «davvero una bella persona che aiutava molto la madre che da anni combatte con una malattia».
«Sono tanti gli striscioni appesi attorno alla chiesa: «Nessuno muore mai completamente...
rimarrai sempre vivo dentro di noi!», «Vorrei solo averti di nuovo accanto, stringerti e dirti che la vita è un pò meno complicata se ci sei tu con me» con la foto di Emanuele e di un suo amico. In un altro striscione, ancora una foto di Emanuele sorridente e accanto la scritta «Il perdono lasciamolo a Dio... Per Emanuele solo giustizia».».
BARA E FIORI BIANCHI PER «UN INNOCENTE» I fiori, le corone, la bara e i palloncini hanno un comune denominatore: il bianco. Così Tecchiena vuole ricordare Emanuele Morganti, massacrato una settimana fa ad Alatri. «Abbiamo deciso di usare il bianco - spiega un amico, tra coloro che ha portato il feretro a spalla - perché è il colore dell'innocenza ed Emanuele è morto da innocente».
L'OMELIA DEL VESCOVO Lorenzo Loppa: "Quella che si è abbattuta su Emanuele è stata una ferocia disumana, barbara e spietata. Tutti si staranno chiedendo - ha aggiunto- dov'eri Signore quando Emanuele veniva pestato? Il Signore risponde, ero in quel corpo martoriato, morivo lì un'altra volta". "Nessuna tolleranza verso la violenza - aggiunge - scegliere la non violenza come stile di vita e amare di più la vita" e ha ricordato che "la non violenza si impara in famiglia".
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Aprile 2017, 18:11
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