Coppia uccisa, il possibile movente: "Giosuè
chiese soldi per aver prestato 25 euro a Trifone"

Coppia uccisa, "Giosuè chiese soldi per aver dato 25 euro a Trifone"
Rivelazione della madre di Ragone sul commilitone indagato per il duplice omicidio

«Giosuè Ruotolo ci ha avvicinato dopo l’omicidio, in albergo. Ci ha detto che aveva fatto un prestito a mio figlio; gli ho chiesto di quanto si trattava e mi ha detto che erano 25 euro. Ma a quel punto un commilitone è intervenuto dicendo di lasciarlo perdere».





Eleonora Ragone, mamma di Trifone, conferma al telefono quanto anticipato venerdì sera durante la trasmissione Quarto Grado, in onda su Rete 4. Una frase, quella che avrebbe detto il commilitone del militare ucciso a colpi di pistola nel parcheggio del palasport di Pordenone, che ha fatto gelare il sangue a molte persone e sulla cui veridicità interviene, definendole assurdità, l’avvocato Roberto Rigoni Stern, che difende Giosuè, unico indagato per il duplice omicidio dei due giovani fidanzati, Trifone e Teresa: «Occorre prestare molta attenzione alle dichiarazioni fornite in questo delicato momento delle indagini, in quanto potrebbero essere oggetto di profili penali di responsabilità - avverte Rigoni Stern - Stanno uscendo dichiarazioni inverosimili che sono al vaglio della difesa e saranno oggetto di possibili denunce e querele». Una fase delicata delle indagini, il che significa che ogni frase detta e riportata soprattutto dai media viene analizzata minuziosamente.

Intanto accusa e difesa attendono la prossima settimana durante la quale potrebbe esserci una svolta decisiva nelle indagini con l’arrivo dei primi esiti degli accertamenti effettuati dai carabinieri dei Ris sull’auto di Ruotolo e su alcuni indumenti sequestrati al commilitone e coinquilino (fino all’arrivo di Teresa) di Trifone.



Occhi puntati soprattutto sulla traccia trovata nell’allacciamento della cintura di sicurezza che potrebbe essere decisiva, in ogni direzione la si valuti. E in mezzo a luminol, sms, telefonini e tempistiche resta ancora avvolto nel mistero il movente, la causa scatenante capace di trasformare una persona in un brutale assassino in grado di puntare la pistola in faccia a due giovani e sparare a sangue freddo. Questioni passionali? Motivi di denaro? Segreti condivisi che non dovevano essere svelati? Cosa mai può essere accaduto tra Trifone e il suo assassino? Il procuratore Marco Martani, che ha affidato le indagini ai pm Matteo Campagnaro e Pier Umberto Vallerin, ha chiarito da subito che il movente potrebbe essere una sciocchezza, uno stupido alterco. Ma gli inquirenti non sembrano escludere nemmeno la pista di un odio covato da tempo, di un rancore diventato rabbia lucida e omicida.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Ottobre 2015, 11:04