Concordia, 5 anni dopo. Il sindaco: “Giglio più pulito oggi che prima del disastro”

Concordia, 5 anni dopo. Il sindaco: “Giglio più pulito oggi che prima del disastro”

di Valeria Arnaldi
«Torni subito a bordo, caz….!». Sono passati cinque anni da quando questa frase è rimbombata nelle case degli italiani, come richiamo all’ordine del comandante Francesco Schettino e, successivamente, come “simbolo” della tragedia. Era il 13 gennaio 2012, infatti, quando la Costa Concordia naufragò nelle acque dell’isola del Giglio, causando 32 vittime.

A cinque anni, dunque, torniamo a fare un bilancio con il sindaco dell’isola, Sergio Ortelli, che quella notte era sul molo. Sindaco cosa rimane oggi al Giglio di quell’evento drammatico? «Rimangono la memoria, anche per tutte quelle famiglie che non potranno mai essere qui nel giorno dell’anniversario, e la ferita. Ma pure aspetti positivi, a riprova che una tragedia può essere trasformata in altro».

A quali aspetti positivi si riferisce? «Il bilancio è amaro per le persone che hanno perso la vita, certo, ma bisogna pensare a quello che abbiamo fatto dalla prima accoglienza a oggi. Era una situazione così difficile e rischiosa, l’intervento di sollevamento e rimozione della nave è stata una grande opera di tecnologia e ingegneria e siamo riusciti a garantire sempre la salvaguardia del mare. Anzi. Oggi i fondali sono ancora più puliti, perché le operazioni non hanno riguardato soltanto le criticità legate al naufragio ma sono andate oltre».

A tre anni dall’incidente lei però lamentava una sorta di abbandono… «Non c’erano riferimenti per il nostro caso. Era una situazione molto complessa che dava incertezza. Oggi posso dire che cinque anni sono un tempo di risanamento congruo. Poteva andare peggio. Basta ricorda il disastro della Haven ancora sui fondali».

Quale immagine le torna in mente pensando a quella sera? «Ricordo di aver avuto una scarsa concezione di quello che stava per accadere e poi, di averne colto immediatamente la gravità appena ho visto le prime scialuppe con i bambini bagnati e le coppie di anziani che si stringevano per scaldarsi nella medesima coperta. Erano persone di tante nazionalità che sbarcavano insieme, terrorizzate e dovevano subito spostarsi per fare posto ad altre. Allora capii che era una vera apocalisse».

La prontezza nella risposta dell’isola è stata determinante. «Credo che le isole italiane stiano dando grandi prove, penso pure all’accoglienza dei migranti. Noi quella notte demmo ospitalità a 4000 persone in breve tempo. Fu un miracolo». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Gennaio 2017, 08:46
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