Il naufrago come in Cast Away, 15 mesi in mare.
"Ha mangiato il corpo del suo compagno" -Foto
Alvarenga era partito dalle coste messicane per una battuta di pesca in compagnia di un giovane aiutante, Ezequiel Cordoba, poi morto: avrebbe dovuto pescare per un giorno e fare ritorno, ma causa di un'avaria del motore e di un'improvvisa tempesta, l'allora 37enne di origine salvadoregna si è ritrovato alla deriva con il compagno fino a quando non ha raggiunto l'atollo di Ebon, 6.700 miglia di distanza dal punto di partenza.
La sua storia è stata raccontata in un libro scritto da un giornalista del Guardian dopo 44 interviste, ma nella trama da film ci sarebbe un elemento oscuro: la morte di Ezequiel. Secondo il naufrago, l'aiutante pescatore sarebbe morto per la disperazione, rifiutandosi di mangiare pesci e carne d'uccello cruda e bere urina e sangue di tartaruga. Dopo il decesso, Alvarenga avrebbe tenuto ancora per qualche giorno il cadavere con sè, per avere "compagnia", prima di affidarlo all'Oceano.
Secondo la famiglia di Cordoba, invece, il ragazzo sarebbe stato vittima di cannibalismo. Proprio per questo hanno chiesto un risarcimento di un milione di dollari. Le accuse sono state mosso dopo la pubblicazione del libro sulla storia del naufragio, per questo l'avvocato di Alvarenga, Ricardo Cucalon, sostiene che la famiglia voglia semplicemente lucrare sulla vicenda.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Dicembre 2015, 09:17
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