La Grecia: "Prestiti per altri sei mesi".
Ma Berlino gela Tsipras: "No alla proroga"

La Grecia: "Prestiti per altri sei mesi". Ma Berlino gela Tsipras: "No alla proroga"

di Alessandra Severini
ROMA - Aiuti per altri 6 mesi. La Grecia li ha chiesti all’Europa in una lettera in cui assume impegni che la Germania ha ritenuto però ancora insufficienti. Così il braccio di ferro fra Atene e Berlino continuerà ancora nelle prossime ore, con una trattativa su ogni parola ed ogni virgola di un eventuale accordo.





Nella lettera inviata dal ministro delle Finanze greco Varoufakis al presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem, Atene garantisce che rispetterà «gli obblighi finanziari contratti dai precedenti governi nei confronti di tutti i creditori» e riconosce come «vincolante riguardo al suo contenuto finanziario e procedurale» il MFA (Master Facility Agreement), ovvero il programma di aiuti. Per i partner europei però il testo non è chiaro e si teme che l'intenzione di Atene rimanga quella di smarcarsi dagli impegni connessi al programma di aiuti, rottamando di fatto il Memorandum.



Così arriva quasi immediata la bocciatura tedesca. Se ne fa portavoce il ministro delle Finanze Schaeuble, secondo il quale: la lettera «non presenta alcuna proposta di soluzione sostanziale, mira a un finanziamento ponte, senza adempiere alle richieste del programma». Ma in realtà anche nella Grosse Koalition tedesca non tutti la pensano così. Il vice cancelliere socialdemocratico, Sigmar Gabriel ha espresso chiaramente una diversa opinione: «Il mio consiglio è tenere il dialogo».



Anche la Merkel, secondo la tv greca, sarebbe stata più morbida del suo ministro delle Finanze sentendo al telefono Tsipras. La ricerca strenua di una soluzione è fotografata dal giro vorticoso di trattative e colloqui che ha caratterizzato la giornata. Dopo la Merkel il premier greco ha sentito al telefono anche il premier italiano Renzi. L’appuntamento dell’Eurogruppo fissato per oggi però è un buon segnale.



Per la Commissione europea, la lettera greca è «un segno positivo che spiana la strada a un compromesso ragionevole». Anche le Borse europee mostrano di credere nella possibilità di raggiungere un compromesso e, seppur con cautela, chiudono in rialzo, Atene compresa. Segnali positivi sono arrivati anche dai titoli di Stato con lo spread tra il Btp e il Bund tedesco che è sceso a quota 122. L’Euro invece ha chiuso in calo nei confronti del dollaro.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Febbraio 2015, 08:16