Uccise uno sconosciuto, gli tagliò la testa e mangiò parti del suo corpo: ora il killer è libero

Uccise uno sconosciuto, gli tagliò la testa e mangiò parti del suo corpo: ora il killer è libero

di Federica Macagnone
Nove anni fa uccise uno sconosciuto su un autobus, lo decapitò, lo smembrò e praticò «atti di cannibalismo» sul suo corpo. Oggi è un uomo libero che, secondo i giudici, non ha più bisogno di essere controllato. La vicenda di Vince Li, un cinese schizofrenico che emigrò in Canada nel 2001 e cambiò il proprio nome in Will Baker, ottenendo la cittadinanza nel 2005, sta scatenando non poche polemiche nel Paese. 
 

Baker uccise il 22enne Tim McLean, che lui non conosceva neanche, nel 2008 a bordo di un autobus: i due erano seduti accanto e quando il ragazzo gli sorrise e gli chiese come stava, Baker sentì, come raccontò in seguito, la voce di Dio che gli diceva di uccidere quel giovane. Lo accoltellò ripetutamente e, mentre i passeggeri terrorizzati fuggivano dal bus, cominciò a smembrarlo e gli taglio la testa, mostrandola alla gente all'esterno. Solo l'arrivo della polizia mise fine a quello scempio.
Un anno dopo l'omicidio fu giudicato «non responsabile penalmente», vista la sua malattia mentale, e venne inizialmente confinato in un'ala protetta di un ospedale psichiatrico. Con il tempo, però, gli è stata concessa gradualmente una sempre maggiore libertà, tanto che da novembre scorso vive da solo in un appartamento di Winnipeg: il tutto sotto la stretta sorveglianza dei medici che controllano il suo comportamento e il fatto che osservi la terapia a base di farmaci che gli è stata prescritta. 

Ora l'ultima novità: la libertà assoluta, visto che, in base alle relazioni mediche, i giudici hanno ritenuto che non costituisca più una minaccia e non necessiti più di alcun monitoraggio. Il suo medico, Jeffrey Waldman, sostiene infatti che Baker continuerà a prendere i farmaci e continuerà a lavorare con una squadra di specialisti che lo segue: «Anche se in libertà assoluta - ha detto - Baker continuerà a curarsi, perché è consapevole che i farmaci tengono a bada la sua malattia». E Chris Summerville, a capo della Manitoba Schizophrenia Society che ha seguito Baker per anni, assicura: «Non è più una persona violenta. Sa benissimo che non può fare a meno dei farmaci e non vuole assolutamente correre il rischio di episodi psicotici che possano portarlo ancora a fare del male a qualcuno».
La decisione dei giudici ha però lasciato allibita gran parte dell'opinione pubblica e, soprattutto, la madre di McLean, Carol de Delley, che dice di non capire come possa essere stata concessa la libertà assoluta a Baker: «Chi può garantire che continuerà a prendere le sue medicine, se nessuno lo controlla? Sono senza parole». Per James Bezan, parlamentare del partito conservatore all'opposizione, il rilascio di Baker è un insulto a tutti i familiardi di McLean. 

Non va dimenticato, d'altra parte, che la Corte Suprema del Canada stabilì nel 1999 che un comitato di revisione deve annullare qualunque limitazione alla libertà personale quando il soggetto in questione abbia dimostrato di non costituire più un pericolo per la sicurezza pubblica: se non c'è la chiara evidenza di un rischio per la società, l'individuo deve essere liberato da qualunque vincolo.
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Febbraio 2017, 12:58
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