Austria, la villetta del "mostro di Amstetten" ospiterà migranti siriani -Foto

La villetta del "mostro di Amstetten" ospiterà migranti siriani

di Giulia Aubry
Da casa degli orrori a rifugio per i profughi siriani. La villetta di Amstetten, cittadina austriaca, dove l'ingegnere Joseph Fritzl segregò e seviziò sua figlia Elisabeth per oltre 24 anni verrà utilizzata per ospitare le famiglie in fuga dalla guerra.

A sette anni da quell'aprile del 2008 in cui la polizia austriaca scoprì uno dei casi di incesto più terribili di cui si abbia notizia in Europa, la villetta della famiglia Fritzl è ancora invenduta. Il curatore fallimentare del "mostro di Amstetten" ha provato in ogni modo a venderla. Il prezzo di 200.000 euro, visti i metri quadri e la posizione, sarebbe stato appetibile per qualsiasi altra casa. Ma non per quella in cui una giovane donna di 18 anni è stata chiusa dal proprio padre nella cantina e, tra quelle mura, ha dato alla luce sette figli, frutto della relazione incestuosa, uno dei quali lasciato morire ad appena tre giorni dalla nascita.







Potrebbe sembrare quasi una storia di redenzione per quelle mura che hanno contenuto tanto dolore, quello proprio dela violenza familiare, e che ora sono chiamate a esorcizzarne un altro, altrettanto forte, legato alla violenza della guerra. Ma l'intera vicenda ha un carattere ben più pragmatico, come sottolinea lo stesso sindaco della cittadina capoluogo della Bassa Austria, il socialdemocratico Michael Wiesner. La casa infatti è stata messa a disposizione del comune, dal curatore fallimentare dei Fritzl per ospitare circa 50 dei 20.000 profughi arrivati in Austria nei giorni scorsi percorrendo la cosiddetta "rotta balcanica". Ma gli abitanti della zona si sono detti subito contrari. E non solo quelli non favorevoli all'ingresso nel paese di siriani in fuga dalla guerra.



"Non potevamo fare altrimenti - ha osservato Wiesner - Il curatore fallimentare agisce a tutti gli effetti come proprietario dello stabile e no non abbiamo molti post dove ospitare i 150 profughi che rappresentano la quota assegnata a questo comune dal governo".

Negli scorsi anni la cantina, dove hanno vissuto Elisabeth e tre dei figli nati dalla relazione forzata con il padre (altri tre sono stati "adottati" da Fritzl e sua moglie e hanno potuto vivere nelle stanze sovrastanti), è stata riempita di cemento e sigillata per evitare che si trasformasse nella meta del cosiddetto "turismo macabro". Ma è stato impossibile cancellare - anche per la costante presenza sui media - una delle vicende familiari più sconvolgenti di questo inizio di secolo.



Adesso al dolore di quella tragedia si aggiungerà il dolore del ricordo della guerra e della separazione dalla propria terra. Ma forse quelle stesse stanze che hanno visto tanta violenza familiare, materiale e psicologica, potranno restituire un po' di serenità a famiglie che oggi cercano serenità. E quelle mura riusciranno a esorcizzare il dolore, da qualunque parte esso provenga.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Settembre 2015, 09:32