Università Federico II a Scampia, intervista al rettore Matteo Lorito: «Ora un polo scientifico»

Università a Scampia, Lorito: «Ora un polo scientifico»

di Mariagiovanna Capone

Due anni fa iniziava il sessennio di Matteo Lorito. E domani il rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II vivrà il momento più importante e storico del suo mandato con il taglio del nastro del Complesso Scampia, il campus federiciano di viale della Resistenza atteso da sedici anni.

Rettore Lorito, un'attesa lunga e complicata.
«Che in realtà, ho scoperto che è stata molto più lunga. In queste settimane sono stato spesso nel quartiere, ho dialogato con comitati, associazioni, cittadini e loro mi hanno riferito che si parlava dell'Università già prima del 2006. E così mi è venuto in mente un episodio che ho vissuto in prima persona proprio quando ero appena rientrato dagli Stati Uniti, al mio primo consiglio ad Agraria. Ho cercato la documentazione e l'ho ritrovata: davanti a me ho l'estratto del verbale del 27 novembre 1997 in cui il punto 3 dice Ubicazione della Facoltà di Agraria a Scampia nell'ambito del Polo Scienze della Vita. Nonostante ci fosse l'unanimità in favore di uno spostamento, il progetto non ebbe seguito perché non fu individuata la collocazione precisa».

Quindi Scampia aspetta l'Università da venticinque anni.
«Esatto, e saperlo da chi in prima persona ha vissuto gli alti e bassi di questo percorso, mi ha emozionato. Il loro entusiasmo di oggi lo comprendo in pieno. E dobbiamo ringraziare chi ha voluto a tutti i costi che a Scampia ci fosse la Federico II. Prima di tutto l'allora rettore Fulvio Tessitore, che già nel 1997 appunto aveva in mente di insediare Agraria e che firmò anche il primo accordo di programma con Comune e Regione per un Polo a San Giovanni a Teduccio sempre in quegli anni. Poi il suo successore, Guido Trombetti, che siglò l'accordo nel 2006, e non ultimi certamente il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino, che, proprio come Tessitore, prima da sindaco e poi da presidente della Regione Campania, credette in Scampia e San Giovanni. Ci sarebbero molti altri nomi da ricordare, difficile elencarli tutti ma questo momento storico appartiene anche a loro, io sono solo uno che ha ereditato un progetto e ha l'onore di inaugurarlo».

Come sta vivendo il quartiere questa inaugurazione?
«Con molta emozione e anche lacrime. Come quelle di Flora Agozzino che ha un minimarket proprio di fronte all'edificio ed aspetta da 14 anni l'arrivo dell'Università. Intorno a lei tutte saracinesche abbassate, tanti hanno atteso ma poi hanno chiuso ma rapidamente questi negozi riprenderanno vita, io ci credo. Flora è il simbolo della resilienza di Scampia, rappresenta lo spirito di tutti coloro che ho incontrato nei vari incontri: rappresentanti dei comitati, parroci, associazioni.

Chi vive nelle palazzine adiacenti ha vissuto con incredulità l'apertura in tempi rapidi, dopo tanti anni di stallo. E devo dire che ci sono stati tanti scogli burocratici che ci hanno impedito di inaugurare prima. Tra quegli abitanti c'è anche Serena di 5 anni, curiosa di vedere come fosse dentro: l'ho portata con me per una visita esclusiva. Gli occhi esprimevano felicità e stupore, quando le ho detto cosa si sarebbe studiato mi ha confessato: Da grande voglio fare la dottoressa. Glielo auguro di cuore, a lei e a tutti i bambini del quartiere. Complesso Scampia è una bella idea di pochi che è diventata un sogno di tanti ed è una vittoria per tutti».

Prima ha detto che ha l'onore di inaugurare un progetto dei suoi predecessori. Quali sono allora i progetti che vuole realizzare come rettore?
«Prima di tutto sto definendo un ampliamento delle sedi federiciane, in particolare acquisendo nuovi spazi nel Centro Storico e su via Mezzocannone. Però il progetto più ambizioso è la Cittadella della Scienza finanziata dal Pnrr. In parte sarà costituita da un ampliamento della struttura di San Giovanni, dove abbiamo già acquistato due nuove strutture proprio adiacenti al campus e partiremo prestissimo con i lavori, ma la sfida è Manifattura Tabacchi, che sarà il cuore di una Cittadella in cui si farà attività di ricerca e formazione a livello internazionale. Grazie all'opportunità offerta dalla Regione, che ci sostiene con suoi finanziamenti a prescindere dalla legge 338, abbiamo infine già pronti cinque progetti per le Residenze universitarie di cui la Federico II necessita fortemente: alcuni li porteremo avanti rapidamente mentre per altri ci vorrà più tempo».

Ritornando a Scampia, quando ci saranno gli ambulatori per i residenti?
«Molto presto. Stiamo già lavorando alla fase 2 che prevede proprio l'attivazione dei servizi di medicina territoriale ma occorre aspettare la consegna degli arredi sanitari, mentre riguardo il personale, insieme all'Azienda Ospedaliera Universitaria, siamo già pronti. Per gennaio-febbraio dovremmo aprirli. Invece la fase 3, che prevede l'allestimento di laboratori di ricerca all'avanguardia agli ultimi piani dell'edificio, più o meno partiremo verso il secondo semestre dell'anno accademico, quindi marzo. Tra i progetti che partiranno in questo periodo, inoltre, c'è una Academy per il Centro Nazionale di Ricerca per lo sviluppo farmaci con tecnologia a RNA». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Ottobre 2022, 08:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA