Libera circolazione dei giovani nel Regno Unito, vince lo spirito Brexit: cosa cambia dopo il mancato accordo con l'Unione Europea

La Gran Bretagna preferisce siglare accordi bilaterali con Paesi terzi e non stipulare un patto che valga per tutti i giovani dei 27 Paesi europei

Libera circolazione dei giovani nel Regno Unito, vince lo spirito Brexit: cosa cambia dopo il mancato accordo con l'Unione Europea

di Stefania Piras

Il Regno Unito ha rifiutato di negoziare la libera circolazione dei giovani dai 18 ai 30 anni da parte dell'Unione Europea. Il governo preferisce trattare con ogni singolo Paese ingressi e permanenza per studio o lavoro, per un massimo di due anni, dei ragazzi. La Commissione europea aveva dichiarato che l'accordo sarebbe stato un accordo limitato, non un ripristino della libera circolazione. Eppure, sembra aver vinto lo spirito della Brexit visto che per Downing street «la libera circolazione all'interno dell'UE è terminata» e pure i laburisti che sono all'opposizione, ma col vento in poppa nei sondaggi, hanno dichiarato di non voler mettere in discussione le conquiste della mozione Leave, uscita vincente dal referendum anti Europa del 2016: escluso dunque il ritorno al mercato unico, all'unione doganale e la libera circolazione, appunto. Il Regno Unito, va anche ricordato, ha rifiutato l'offerta di continuare a partecipare al programma di scambio studentesco Erasmus dell'UE dopo la Brexit e ha messo in atto un programma sostitutivo, chiamato Turing Scheme.

Studiare e lavorare in Gran Bretagna, strada in salita per i giovani europei

«Non introdurremo un programma di mobilità giovanile a livello europeo - la libera circolazione all'interno dell'UE è stata interrotta e non è prevista la sua introduzione», ha dichiarato venerdì sera un portavoce del governo che si impegna, piuttosto, a migliorare le relazioni con l'UE per il riconoscimento delle qualifiche lavorative, il commercio di prodotti alimentari e agricoli e le tournée degli artisti.

Lo schema che proponeva la UE avrebbe ripristinato libertà di movimento comunque limitate nel tempo (quattro anni incece che due) e, dall'altro lato, i giovani partecipanti britannici al programma di mobilità sarebbero potuti rimanere solo nel Paese dell'UE che li avrebbe accettati. L'accordo era importante perché avrebbe alleggerito in modo significativo i controlli sull'immigrazione dei giovani che si spostano tra il Regno Unito e i Paesi europei e avrebbe scongiurato trattamenti e regimi diversi.

Per l'Unione europea infatti i propri cittadini sono uguali e devono poter godere degli stessi diritti in modo paritario: questo principio sarebbe compromesso dal modello di accordi bilaterali a cui è orientata la Gran Bretagna. 

Il Regno Unito dispone già di un visto per la mobilità giovanile che consente ai giovani di 10 Paesi, tra cui Australia, Nuova Zelanda e Canada, di studiare o lavorare nel Regno Unito per un massimo di due anni. Tuttavia, non è aperto ai giovani europei. 

Lo schema più vantaggioso che proponeva l'Unione europea

La Commissione europea propone un accordo UE-Regno Unito che andrebbe oltre, con una durata fino a quattro anni senza restrizioni sul tempo trascorso a lavorare, studiare, formarsi o fare volontariato. La mobilità, punto cruciale, non sarebbe vincolata a uno scopo: cioè i beneficiari - nelle intenzioni dell'Europa - dovrebbero poter intraprendere diverse attività durante il periodo, come studiare, formarsi, lavorare o viaggiare, né la mobilità sarebbe soggetta a un sistema di quote. Inoltre, i candidati dell'UE non dovrebbero pagare la tassa annuale del Regno Unito per il servizio sanitario nazionale, che va da 776 sterline per gli studenti e i minori di 18 anni a 1.035 sterline per i lavoratori. Inoltre gli studenti dell'UE dovrebbero pagare le stesse tasse universitarie degli studenti del Regno Unito, invece delle tasse più alte che hanno dovuto pagare dopo la Brexit, e avere il diritto di ricongiungersi con i propri familiari.

«I nostri accordi costituiscono una valida via per gli scambi culturali, a condizione che i Paesi partner siano disposti a offrire le stesse opportunità ai giovani britannici», ha precisato in una nota il Ministero dell'Interno inglese.

I livelli di immigrazione dall'UE al Regno Unito sono diminuiti da quando, nel 2021, è terminata la libertà di circolazione, che imponeva ai cittadini dell'UE di ottenere un visto per vivere nel Regno Unito, studiare o trovare lavoro. L'accordo proposto dalla Commissione .- scrive BBC - avrà probabilmente un impatto sui dati ufficiali sull'immigrazione, in quanto gli immigrati che vivono nel Regno Unito per più di un anno compariranno nelle statistiche ufficiali.


Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Aprile 2024, 15:55
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