Il senso della possibile chiamata alle armi di Putin il 9 maggio? Andrea Gilli, ricercatore senior del Nato Defense College, avverte che le sue sono opinioni personali e non ufficiali della Nato, ma comunque la sua idea è che Putin potrebbe voler annunciare la guerra totale perché «la Russia sta finendo le risorse finanziarie per pagare le cedole sul suo debito, i pezzi di ricambio per far funzionare l'economia e le forze armate, e uomini e mezzi per continuare l'offensiva». E, quindi, deve alzare la posta «per raccogliere più risorse domestiche, da capitali a uomini, ma non sappiamo quanto la situazione possa cambiare effettivamente».
Quanto è efficace l'offensiva di Mosca nel Donbass?
«L'avanzata russa sta procedendo come nella prima fase della guerra: lentamente, con perdite significative e difficoltà a livello tattico, operativo e logistico. A questi ritmi, la Russia farà fatica a portare a casa risultati significativi nel breve termine, a meno che la resistenza ucraina crolli di colpo, ma è inverosimile, o che si uccidano ancora più civili, o che i Paesi occidentali interrompano il sostegno all'Ucraina».
Come distinguere tra armi difensive e offensive, e cosa comportano episodi come il jet ucraino che avrebbe colpito in Russia?
«Ci sono armi più difensive, come le batterie anti-aeree, e sistemi d'arma che possono essere usati prevalentemente per l'attacco, come jet o carri armati.
La minaccia nucleare è credibile?
«Di sicuro è irresponsabile, e la Russia di Putin la sventola da più di un decennio: l'ha usata contro la Svezia, la Polonia e la Danimarca, tra gli altri, poi contro il rischio di sanzioni e ora, a giorni alterni, contro il supporto occidentale all'Ucraina. Personalmente, credo che il rischio di escalation nucleare sia basso ma non nullo: per questo i leader occidentali sono molto attenti. Ma il fatto che il rischio non sia nullo ci ricorda quanto inaffidabile sia la Russia e brutale la sua offensiva».
Ultimo aggiornamento: Domenica 1 Maggio 2022, 10:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA