La conduttrice del notiziario di Channel 1, la tv russa controllata dallo Stato, aveva continuato imperterrita a parlare, mentre alle sue spalle, sfidando la censura e una nuova legge che prevede fino a 15 anni di carcere per chi critica l’invasione dell’Ucraina, appariva una donna con un cartello con scritto “no war”, no alla guerra. Tutto è avvenuto nello studio televisivo, in russo il manifesto scritto a mano diceva anche: «Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo». Uno smacco per Putin. Prima che la regia riuscisse a mandare in onda un servizio che oscurasse il cartello esposto in diretta, sono trascorsi diversi minuti.
INVASIONE
L’autrice della clamorosa protesta è Marina Ovsyannikova, giornalista e producer della rete televisiva. Arrestata, interrogata per 14 ore, è ricomparsa in tribunale. Qui è stata condannata a 250 euro di multa, ma secondo un giornalista di Meduza, sito di informazione indipendente, si tratta solo della prima udienza. Non è finita. Marina Ovsyannikova non è stata sanzionata per il blitz in diretta, ma per il messaggio che ha registrato in precedenza e condiviso sui social, in cui spiegava: «Quello che sta succedendo ora in Ucraina è un crimine. E la Russia è un paese aggressore. La responsabilità di questa aggressione ricade solo sulla coscienza di una persona. E quella persona è Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa. E non sono mai stati nemici. E questa collana al collo è un simbolo del fatto che la Russia deve immediatamente fermare la guerra fratricida e i nostri popoli fraterni potranno ancora riconciliarsi. Sfortunatamente, negli ultimi anni ho lavorato su Channel 1, facendo propaganda al Cremlino. E ora me ne vergogno molto». Ancora: «Le prossime 10 generazioni non saranno in grado di ripulirsi dalla vergogna di questa guerra fratricida». Un passaggio riguarda il dissidente Navalny («non abbiamo protestato quando il Cremlino lo ha fatto avvelenare»). E ieri per Navalny la procura ha chiesto 13 anni di carcere.
Dopo la protesta in diretta, la giornalista era scomparsa, portata via dalle forze dell’ordine, isolata per tutta la notte. Al termine dell’udienza di ieri Marina Ovsyannikova, sposata, due figli, che normalmente non si occupava di politica, ha spiegato alla Bbc: «Ho preso questa decisione da sola perché non mi piace che la Russia abbia iniziato questa invasione. È stato davvero terribile».
LA FUGA
Sui social - ma le notizie non sono confermate - si dice che nei vari canali russi filo Putin (praticamente tutti) siano in molti a lasciare, anche volti noti. In Italia, negli ultimi due capodanni, ha avuto un enorme successo su Youtube il programma parodia dello stile delle nostre tv, intitolato prima Ciao 2020, poi Ciao 2021. Entrambe le edizioni erano state trasmesse da Channel 1, ideate e condotte da una sorta di David Letterman russo, Ivan Urgant, popolarissimo. Il giorno dell’invasione sul suo profilo Instagram ha pubblicato una immagine nera. Il suo programma è stato cancellato, si dice che lui sia fuggito in Israele con la famiglia, mentre in un altro messaggio, apparso su Instagram, Urgant ha scritto: «Ci siamo presi una vacanza».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Marzo 2022, 10:20
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