La centrale nucleare giapponese di Fukushima comincerà domani a scaricare nell’Oceano Pacifico l’acqua che è servita a raffreddare i tre reattori danneggiati dallo tsunami del 2011, e che è stata custodita in questi anni in giganteschi serbatoi. Si tratta di 1,34 milioni di tonnellate d’acqua, sufficienti a riempire 500 piscine olimpiche, che non verranno però versate in mare tutte assieme: si pensa di farlo in 30 anni, mentre altra acqua andrà a raffreddare i reattori e a riempire i serbatoi che si svuotano. La Cina protesta, accusando il Giappone di «usare il Pacifico come una propria pattumiera», Hong Kong e la Corea del Sud hanno già bloccato l’importazione di alcuni cibi, la gente protesta in piazza a Tokyo e a Seul, e i pescatori e le aziende ittiche della zona lamentano che nessuno comprerà più il loro pesce. Eppure il piano è stato approvato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’Onu dopo che se ne è discusso per due anni. Il capo dell’agenzia, Rafael Grossi, è andato sul posto, ha controllato tutto e ha fatto sapere che «l’impatto sarà irrilevante». Corea del Nord, Kim Jong-un lancia missili per minacciare le manovre navali di Usa e Seul, avvertimento alla "Nato" asiatica
L’INTERVENTO
Tepco, la società elettrica condannata nel 2022 a risarcire con 94 miliardi di euro gli abitanti della zona, si sta occupando di ripulire l’acqua che verrà versata nel Pacifico e di diluirla con acqua di mare. Assicura di avere rimosso 60 sostanze radioattive, ma ha ammesso che verserà nell’Oceano trizio e isotopi di carbonio-14, che sono più difficili e costosi da eliminare. Ma lo farà in quantità minime: il livello finale di trizio corrisponderà a 15.000 becquerel per litro, sette volte meno di quello che c’è nell’acqua che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera potabile. Ma la Cina, che sta litigando con il Giappone anche per altre ragioni, come il riarmo di Tokyo e la questione di Taiwan, non l’ha presa bene: il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha detto che Pechino prenderà «le misure necessarie per salvaguardare l’ambiente marino, la sicurezza alimentare e la salute pubblica», perché il Giappone «sta mettendo il proprio interesse personale al di sopra del benessere a lungo termine di tutta l’umanità».
LA PROTESTA
Il primo ministro giapponese Fumio Kishida non si è fatto impressionare e ha confermato ieri l’inizio delle operazioni.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Agosto 2023, 09:05
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