Le donne più esposte al rischio: nel mondo il 70% degli infermieri è di sesso femminile
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Oggi, continua Maria Ida, «le ostetriche appassionate, quelle entusiaste e forti, stanno cercando di restare con le donne e i bimbi nonostante la paura di infettarsi con un respiro, quei respiri che non si possono risparmiare, né spezzare.
Le ostetriche devono e vogliono restare molto vicino ma a volte hanno paura. Sono abituate ad abbracciare, massaggiare, stare ad un palmo dal naso (o meno) con le mamme e anche con i bambini appena nati». Nella normalità in sala parto «le goccioline prodotte con la respirazione erano l'ultimo dei nostri problemi (abituate a ben altro)». Oggi, però, «la pandemia ha rivoluzionato molte cose ma, mie care donne, per me e per tante come me, quello che ci regalate permettendoci di assistervi mentre date la vita è quello che ci dà perfino la forza di rischiare la nostra: il desiderio di essere lì con voi, di esserci al meglio ed essere tutrici dei vostri diritti é ciò che ci muove».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Aprile 2020, 08:29
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