La strage silenziosa delle donne in Amazzonia, ridotte a schiave e uccise dalle lobby
di Franca Giansoldati
L'Amazzonia comprende una area di 7,8 milioni di kmq, nel cuore del Sud America. Le foreste amazzoniche coprono circa 5,3 milioni di kmq, che rappresentano il 40% della superficie globale delle foreste tropicali. Questo è solo il 3,6% della superficie delle terre emerse della terra, che occupano circa 149 milioni di chilometri quadrati, ovvero circa il 30% della superficie del nostro pianeta. Il territorio amazzonico contiene una delle biosfere geologicamente più ricche e complesse del pianeta. La sovrabbondanza naturale di acqua, calore e umidità fa sì che gli ecosistemi dell’Amazzonia ospitino dal 10 al 15% circa della biodiversità terrestre ed immagazzinino tra i 150 e i 200 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno. A fare da custodi a queste risorse sono le popolazioni indigene che sono via via indebolite, perseguitate o cacciate a causa delle politiche di sfruttamento del territorio (con la complicità dei governi).
A più riprese arrivano notizie di minacce a varie tribù (come i Kawahiva e i Piripkura), assieme alle proteste degli stessi indigeni. Al centro le battaglie per le concessioni minerarie o per le lobby agroalimentari che in America Latina sono potentissime. La piaga che si è fatta più profonda con la diffusione delle estrazioni illegali su tutta la regione è la questione delle donne.
Con l'esplosione degli interessi delle multinazionali, c'è stato il proliferare di un giro oscuro di prostituzione, che ha fatto schiave le adolescenti e le donne, soprattutto indigene praticamente bambine. Papa Francesco visitando Puerto Maldonado, la porta dell'Amazzonia nella parte peruviana, aveva gridato che «la violenza contro gli adolescenti e contro le donne è un grido che sale al cielo».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Giugno 2019, 12:51
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