Sister Act, l’anima soul delle monache scatenate

Sister Act, l’anima soul delle monache scatenate

di Ferruccio Gattuso

Il musical alza la voce, e lo fa sulle note del soul. Per arrivare lassù dove stanno le note più alte si affida all’energia di un coro formato da un gruppo di monache di un convento di San Francisco, capitanate da una finta suora che, in realtà, è una showgirl da nightclub. Lei è Deloris Van Cartier, fugge da un gangster che vuole farle la pelle in quanto testimone scomoda: la tonaca sembra la copertura migliore ma, come si può ben capire, non sarà così.

È qui il cuore dell’avventura di “Sister Act”, il musical scritto da Cheri e Bill Steinkellner sulle musiche di Alan Menken (compositore da 8 Oscar cui si devono titoli come “La bella e la bestia”, “Aladdin”, “La Sirenetta”) ispirato all’omonimo film del 1991 con Whoopi Goldberg vulcanica protagonista. Ed è proprio a “Sister Act” che il Teatro Nazionale e la produzione di Stage Entertainment - da domani al 7 gennaio - affidano i massimi riflettori per una partenza per la prima volta libera da qualsiasi vincolo di pandemia.

Il titolo torna a dieci anni di distanza sulla piazza milanese, con nuovo cast (tra cui spiccano veterani come Francesca Taverni e Giuseppe Verzicco) e nuovo look («Scenografia mastodontica, con numerosi cambi scena, soprattutto nel primo tempo dello spettacolo», rivela la regista Chiara Noschese) e con al centro una Deloris speciale: è Gloria Enchill, piacentina di origini ghanesi, «un concentrato di energia e di grande comunicativa, perfetta per il ruolo», sempre a detta di Noschese.

Il pubblico del musical milanese, in realtà, poté apprezzarla già in Ghost dove, ma guarda un po’, la 30enne Enchill interpretava sempre un ruolo portato sullo schermo da Whoopi Goldberg, la mitica chiromante ciarlatana Oda Mae. «Ho un filo diretto con Whoopi – spiega divertita Gloria – ma lei ha un carisma inarrivabile. Puoi evocarla, non imitarla». Nel mondo del musical Enchill è pressoché un esordiente: «Sono cresciuta cantando gospel, ma per avere sicurezze economiche ho messo sempre in un angolo le mie velleità artistiche – spiega la perfomer – Ho preso una laurea, sono andata a lavorare in una grande azienda. La musica se ne stava lì accanto a me. Poi ho partecipato a un allestimento amatoriale di Sister Act a Piacenza, mi hanno notato e, bè, da quando mia mamma mi ha visto in Ghost ha capito che questa è la mia strada. Sono cocciuta e determinata». E con la voce giusta.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Ottobre 2022, 06:00
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