Salone del Libro, la casa editrice di Casapound fuori dalla mostra
Immediata la risposta. «Noi siamo organizzatori del Salone, c'è stato un atto politico di Comune di Torino e di Regione Piemonte e noi ci siamo limitati ad eseguire la richiesta». Così, all'Adnkronos, Silvio Viale, presidente dell'associazione 'Torino Città del Librò a proposito della richiesta di rescissione del contratto alla casa editrice Altaforte avanzata da Comune e Regione che hanno motivato la decisione come una «scelta politica». A quanto apprende l'Adnkronos sarebbe già stata inviata ad Altaforte una comunicazione in cui si revoca l'ammissione al Salone insieme all'utilizzo degli spazi espositivi e dei titoli di accesso alla kermesse che si inaugura domani mattina al Lingotto.
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Nel motivare la richiesta di rescindere il contratto con la casa editrice, Comune di Torino e Regione Piemonte ricordano che la situazione creatasi «rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti», e «le forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Giugno 2019, 12:17
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