Roma, tutti pazzi per l'HaBaWaBa: la pallanuoto dei piccoli spopola nella Capitale

Roma, tutti pazzi per l'HaBaWaBa: la pallanuoto dei piccoli spopola nella Capitale
È la pallanuoto dei piccoli, che ogni anno porta in Italia migliaia di bambini da ogni parte del mondo. È l’HaBaWaBa, gioco per atleti dai 5 agli 11 anni creato dalla Waterpolo Development (WPD), associazione no profit dal cuore italiano e dal respiro internazionale che nel 2008 era in cerca di un’idea per promuovere nel mondo la pallanuoto e i sani valori dello sport. “Dobbiamo coinvolgere i bambini”, si dissero i fondatori, tra cui Gabriele Pomilio (geniale manager scomparso nel 2017), l’attuale presidente Lucio Pisani e altri personaggi di spicco come la leggenda Ratko Rudic, l’ex presidente di Fin e Len Bartolo Consolo e i tecnici di livello internazionale Yiannis Giannouris e Bruno Cufino. La WPD, di cui è socio anche il c.t. del Settebello Sandro Campagna, creò così l’HaBaWaBa, acronimo che sta per “Happy Baby Water Ball”, parole che rimandano alla gioia di un bambino nel praticare “il gioco della palla in acqua”: perché nell’HaBaWaBa l’importante è divertirsi, prima che vincere. 

Nel 2008 nacque l’HaBaWaBa International Festival, oggi uno dei più importanti eventi sportivi per bambini al mondo: nel 2018 l’11a edizione ha concentrato al Bella Italia & EFA Village di Lignano Sabbiadoro 136 squadre miste (maschi e femmine), 1.555 piccoli pallanuotisti e oltre 4mila persone tra atleti, allenatori, dirigenti e tifosi in soli 6 giorni, durante i quali sono state disputate ben 716 partite. Numeri destinati a essere superati nell’edizione 2019, in programma dal 17 al 23 giugno. Il successo sta nella formula, i piccoli atleti vivono per una settimana nel villaggio sportivo senza i genitori, giocando a pallanuoto nei tornei U9 o U11 ma soprattutto condividendo con coetanei provenienti da paesi diversi il tempo libero e i workshop ludico-educativi previsti dalla manifestazione: quest’anno i temi saranno la nutrizione del giovane sportivo e la dipendenza da smartphone, in passato s’è parlato di tutela dell’ambiente, multiculturalità e tecniche di rianimazione. “La socializzazione e il rispetto dell’avversario e delle regole sono fattori predominanti nell’HaBaWaBa, la competizione si trasforma in un incontro fra culture diverse”, spiega Consolo. Per questo motivo ai bambini viene consegnato il Passaporto del Campione, ovvero un codice etico dello sportivo tradotto in ben 7 lingue, e nella manifestazione di chiusura viene assegnato il premio Fair Play.

Il secondo fine inseguito dall’HaBaWaBa è promuovere la pallanuoto. “Se la amano da piccoli - afferma il presidente WPD Pisani -, lo faranno per tutta la vita: pochi di loro andranno alle Olimpiadi, molti altri diventeranno giocatori, arbitri, allenatori o semplici appassionati, garantendo un futuro a questo sport”. L’HaBaWaBa, intanto, sta già incidendo sul profilo tecnico di una disciplina alla quale prima si arrivava attorno ai 12 anni, spesso dopo essere stati “scartati” dal nuoto. “Grazie all’HaBaWaBa - dice Rudic - c’è stata una rivoluzione: l’età di approccio alla pallanuoto s’è abbassata a 5-6 anni. Al Festival abbiamo avuto risultati sorprendenti, ad esempio con squadre egiziane che hanno battuto le blasonate ungheresi. Tra 10 anni ci ritroveremo con un equilibrio pallanuotistico diverso e con più squadre competitive”. Anche perché, in 12 anni, è aumentato il numero di eventi: nel 2016 al Festival s’è aggiunto l’HaBaWaBa PLUS U13, dedicato ai ragazzi più grandi, mentre altre competizioni HaBaWaBa si disputano in Canada, Grecia, Spagna, Singapore, Egitto e Argentina all’interno dell’HaBaWaBa International Circuit. In totale, dal 2008 a oggil’HaBaWaBa ha avvicinato alla pallanuoto oltre 13mila bambini da più di 20 paesi in 5 continenti: aria pura per uno sport ritenuto in crisi.
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Marzo 2019, 17:00
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