Superbonus addio, il governo elimina il maxi sconto. Meloni: «Redditi bassi, famiglia e sanità le priorità»

La Bce boccia la tassa sulle banche. La premier: non è una vendetta

Superbonus addio, il governo elimina il maxi sconto. Meloni: «Redditi bassi, famiglia e sanità le priorità»

di Alessandra Severini


Costretto a destreggiarsi fra una manovra di bilancio da varare in tempi brevi e un debito pubblico che lievita, il governo prova a mettere nero su bianco almeno alcuni punti fermi. Fra questo c'è l'addio al superbonus, il maxi sconto edilizio che tanto pesa sui conti pubblici. Il ministro dell'Economia Giorgetti non ha lasciato spazio a dubbi e ha ribadito che il superbonus del 110% non sarà più prorogato dopo il 31 dicembre né per le villette né per i condomini e ne ha minimizzato gli effetti sulla crescita.

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Superbonus addio


«Una misura pagata da tutti gli italiani che ha interessato meno del 3% del patrimonio immobiliare esistente - ha detto - e in questa minima parte rientrano non solo prime, ma anche seconde case, al mare, ai monti, di ricchi e di poveri, e anche 6 castelli». Proprio per questo, dice il ministro, «non è intenzione del governo procedere alla proroga», almeno «nelle forme finora conosciute». La scelta è stata confermata anche dalla premier Meloni che, intervistata da Bruno Vespa a Porta a porta, ha attaccato il movimento 5 stelle, il maggiore sponsor della misura: «I bonus edilizi messi in capo da Conte sono costati ad oggi circa 140 miliardi, in pratica come 6 manovre. Con il superbonus Giuseppe Conte ha fatto campagna elettorale gratuitamente, ma i costi sono stati scaricati sui governi che venivano dopo.

Le misure per l'edilizia sono sempre utili ma vanno fatte con criterio, questa è costata oltre 2.000 euro per ogni cittadino italiano».

Le promesse di Meloni


In tv la premier si è mostrata battagliera e fiduciosa e ha promesso che le priorità nella legge di bilancio saranno «redditi bassi, famiglia, sanità e pensioni». Il difficile, lo sa anche lei, sarà reperire le risorse. Per questo la presidente del Consiglio difende la tassa sugli extraprofitti delle banche nonostante le critiche arrivate dalla Bce che ha avvertito che la «tassa sulle banche non va usata per risanare il bilancio». Meloni invece, ha rivendicato il provvedimento, ha chiarito che «non c'è alcun intento punitivo» sugli istituti di credito e ha aperto a possibili correzioni purché garantiscano «parità di gettito», ovvero circa 3 miliardi. Per quel che riguarda la sanità, invece, la premier ha garantito che «sarà al centro della Legge di Bilancio», ma «non è detto che la soluzione sia mettere soldi nei fondi».


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Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Settembre 2023, 07:23
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