Autostrade, ancora non partono gli sconti.
E gli italiani chiedono più infrastrutture

Autostrade, ancora non partono gli sconti. E gli italiani chiedono più infrastrutture
VERONA - stato un incontro interlocutorio positivo. Per ci sono un paio di considerazioni importanti: in Italia mediamente i pedaggi sono inferiori a quelli europei, e i pedaggi della Brescia-Padova, che sono fra i più bassi del Paese, nel 2014 hanno avuto un aumento del 1,44% appena».



Lo afferma Flavio Tosi, sindaco di Verona, dopo l'incontro di oggi all'Aiscat. «Non vorrei che la questione dei pedaggi troppo costosi fosse solo il paravento per non affrontare il vero problema delle famiglie italiane - rileva Tosi -, che è la pressione fiscale molto alta. Premesso questo, comprendiamo il problema degli italiani in questo momento e siamo disponibilissimi a venire incontro agli utenti autostradali, se però c'è un patto chiaro con il Governo».



«Gli sconti possono essere applicati a costo zero per il Governo e anche per le società concessionarie - prosegue -. Come? Allungando la durata delle concessioni. Il Governo italiano dovrebbe avere lo stesso coraggio che ha avuto il Governo spagnolo. In Spagna sono state allungate le concessioni. Le altre soluzioni sono improponibili». «Infatti si potrebbe far pagare agli altri degli utenti ciò che si sconta ai pendolari, - avverte - ma non sarebbe giusto! Oppure si potrebbe rinunciare a realizzare opere pubbliche, penalizzando il territorio, e questo non aiuterebbe certo il Paese. La terza soluzione, ugualmente impraticabile, sarebbe quella di far pagare allo Stato i mancati introiti. Quindi l'unica via possibile è quella di allungare le concessioni, ma nel momento in cui si parla di allungare le concessioni, si dovrebbe anche parlare di aggregazioni fra concessioni. Questo sarebbe l'ideale».



Intanto un'indagine svela anche che, secondo gli italiani, «il potenziamento infrastrutturale favorirebbe un aumento occupazionale (34%), migliori collegamenti con l'Europa (22%) e una generale e maggiore possibilità di sviluppo economico (14%). Ed è forse anche per questa propensione che la maggioranza della popolazione, pur manifestando la dinamica tipica del NIMBY, si dice fortemente disponibile ad accettare l'insediamento di nuove infrastrutture per tutte le scale geografiche proposte. Rispetto alle possibili problematicità, vengono invece suggeriti l'eccessiva dilatazione dei tempi di realizzazione (24%), il costo eccessivo (23%) e possibili episodi di illegalità (19%)». Per quanto riguarda il ruolo attribuito ai diversi attori coinvolti nel sistema infrastrutturale, la maggioranza degli italiani attribuisce ad essi un ruolo primario nello sviluppo del sistema stesso: «in primis lo Stato (90%), seguito dalle imprese private (75%), dagli Enti locali (65%) e dalle comunità locali (61%).



Per quattro italiani su dieci però le aziende non dovrebbero continuare ad avere un ruolo primario e per circa tre su dieci neanche lo Stato, gli Enti locali e le comunità locali. Leggendo le risposte degli opinion leader invece lo Stato (86%), le imprese private (74%) e gli Enti Locali (57%) hanno un ruolo primario mentre le associazioni di categoria (53%) e le comunità locali (57%) ricoprono un ruolo secondario». «Sono nove su dieci gli italiani che affermano di conoscere Anas, alla quale, spontaneamente, associano le immagini di strade (26%) e autostrade (25%) e i concetti di manutenzione e gestione delle stesse (22%).



Gli opinion leader confermano l'immagine delle autostrade (21%) e i concetti di manutenzione e gestione (17%), ma un quarto di loro cita, al primo posto, aspetti negativi (28%). In seguito ad una sollecitazione invece, entrambi i target associano ad Anas l'attività di realizzazione e manutenzione di opere infrastrutturali (popolazione 61% - opinion leader 55%). L'11% della popolazione segnala la diffusione delle »informazioni sul traffico automobilistico». «Considerando il giudizio complessivo su Anas, si nota che due terzi di entrambi i target (popolazione 67% - opinion leader 63%) esprimono un giudizio positivo, anche se, dalla lettura dei voti medi, gli opinion leader appaiono più critici (popolazione 6,1 - opinion leader 5,8)», continua lo studio.



«Si tratta -ha spiegato Ciucci- di un dato per noi molto lusinghiero. Se l'Anas è conosciuta e il giudizio è positivo, il merito credo debba essere ascritto alla sua capacità di fare: negli ultimi sette anni l'Anas ha dato avvio a 202 nuovi lavori e sono state portate a termine opere che hanno consentito l'apertura al traffico di oltre 1.340 km di strade e autostrade in gestione per un investimento di circa 14 miliardi. Opere quindi visibili, in molti casi opere di importanza fondamentale per la vivibilità e l'accesso di interi territori. Questo i cittadini lo hanno apprezzato».



«Le caratteristiche di Anas più apprezzate dagli italiani -spiega infine Mannheimer- sono la sua storicità (80%), l'essere una delle aziende più importanti d'Italia (78%) e la sua importanza per lo sviluppo economico e sociale del Paese (77%). Mentre sono circa otto su dieci gli opinion leader che riconoscono ad Anas l'essere un'azienda di grande potenzialità (78%), tra le più importanti d'Italia (79%) e importante per lo sviluppo economico e sociale del Paese (78%)».
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Gennaio 2014, 15:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA