IL TICKET COSTA TROPPO, SEMPRE PIÙ
ITALIANI SI RIVOLGONO ALLA SANITÀ PRIVATA
di Antonio Caperna
Lo dicono gli economisti di Cergas Bocconi, autori del ‘Rapporto Oasi 2012’, che segnalano un sistema socio-sanitario sempre più in difficoltà c’è anche il ‘welfare faida te’ sempre più in espansione, con il numero di badanti che superano di gran lunga i dipendenti di Asl e ospedali, attestandosi a circa 774mila contro 646mila.
Come se non bastasse, oltre alla cosiddetta spesa 'out of poket', i cittadini contribuiscono a pagare la sanità, che dovrebbe essere finanziata dalla fiscalità generale, con il moltiplicarsi di tasse, tributi e balzelli locali (dall'aumento delle aliquote Irpef al bollo auto) utilizzati dalle Regioni per evitare di sforare i bilanci e ritrovarsi con i conti in rosso. Tra il 2011 e il 2012, secondo dati del ministero della Salute e dell'osservatorio Uil sulle politiche sociali, elaborati dalla Fiaso, le Regioni hanno raccolto in questo modo quasi 5 miliardi, senza i quali già nel 2011 ben 16 Regioni avrebbero tinto di rosso i propri bilanci sanitari. I dati del quarto trimestre, ultimi disponibili, evidenziano che, prima di chiedere nuovi sacrifici fiscali ai contribuenti, hanno chiuso il bilancio con leggeri attivi solo Lombardia, Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo. Tutte le altre sarebbero andate in rosso.
Il disavanzo maggiore lo avrebbe toccato la regione Lazio con 815 milioni di deficit, seguito dalla Sardegna con 283 milioni e il Piemonte con 260. Solo il Lazio ha fatto ricorso alla leva fiscale per 792 milioni. Nel Centro-Sud ormai la maggioranza dei cittadini boccia i servizi offerti dal Ssn (53,5% al Centro e 62,2% al Sud contro una media Italia del 43,9%), mentre in generale un cittadino su tre (il 31,7%) giudica peggiorati i servizi della propria Regione. .
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2013, 07:51
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