Baby squillo, nell’inchiesta dei Parioli spunta il marito di una parlamentare

Nell’inchiesta dei Parioli spunta il marito di una parlamentare

di Adelaide Pierucci
stata sempre una mamma a denunciare quanto stava accadendo alla propria figlia. Disperata e impotente si è rivolta ai carabinieri, ed è scattata l’inchiesta sulle baby squillo ai Parioli, tanto che ora l’indagine continua ad agitare le notti di diversi padri di famiglia. La ragazzina, quindici anni, liceale, rientrava sempre più truccata e con abbigliamento esagerato. Era aggressiva: «Se non stai zitta ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti», ha urlato un giorno contro sua madre che le chiedeva spiegazioni. È bastato sbirciare sul telefonino della minorenne per capire quanto stava accadendo. In rubrica figuravano gli amici, ma soprattutto i clienti: «Bambus, Vittorio, Augusto...».



Era agosto. Tra un week end a Ponza e le giornate in un appartamento ai Parioli, la ragazzina e una amichetta, di soli 14 anni, bruciavano la loro vita, facendosi pagare da uomini molto più vecchi che sborsavano fino a trecento euro per un rapporto sessuale. A ottobre scattano le prime manette. Ed è subito scandalo. Alcuni clienti per paura di finire nei guai si autodenunciano, altri vengono comunque rintracciati. Tra i sospettati finisce pure il marito di una parlamentare, un manager il cui nome potrebbe essere iscritto a breve sul registro degli indagati. Così come un altro imprenditore noto anche negli ambienti politici.



Le indagini I carabinieri del Nucleo di via In Selci indagano e scoprono un giro di droga e prostituzione. I primi a finire in manette - è il 22 ottobre - sono la mamma della 14enne, un commercialista, Riccardo Sbarra, un sottufficiale dell'Esercito, Nunzio Pizzacalla, e Mirko Ieni, personaggio chiave, ex autista Ncc che per guadagnare soldi facili si era messo a sfruttare le minorenni. Ieni è il più spregiudicato nel giro: gestisce i contatti web, e affitta l'alcova. «Mi fanno fare 600 euro al giorno», dice a un’amica. Nei suoi confronti vengono emesse due ordinanze di custodia cautelare: per lo sfruttamento ma anche per lo spaccio di droga. Insieme con lui finisce in carcere un imprenditore edile, Marco Galluzzo.



All'occorrenza - ricostruiscono i pm Cristiana Macchiusi e il procuratore aggiunto Maria Monteleone - forniscono alle due ragazzine anche la cocaina. Al commercialista Sbarra la seconda misura porta l'accusa di pedopornografia che si va ad aggiungere a quella di prostituzione minorile: «Adoro le lolitine», si era lasciato più volte sfuggire. Nel suo pc, buttato dalla finestra durante il primo arresto, i carabinieri recuperano duemila file con immagini pedopornografiche. Dai tabulati, poi, riescono a individuare oltre un centinaio di clienti, di cui 40 riconosciuti dalle minorenni. A giorni si svolgerà l'incidente probatorio che dovrà cristallizzare le dichiarazioni delle due ragazzine.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Gennaio 2014, 10:19
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