Soldati israeliani dentro Gaza City. Allarme Onu: «Rischio genocidio»

Oggi a Tel Aviv il segretario di Stato Usa per spingere su una tregua umanitaria

Soldati israeliani dentro Gaza City. Allarme Onu: «Rischio genocidio»

di Giammarco Oberto

I soldati di Israele sono dentro Gaza City. Le pattuglie si muovono tra le macerie, prendono posizione in attesa di penetrare più in profondità in quel che resta dell’enclave palestinese. Lo ha confermato il capo di Stato maggiore Herzi Halevi: «Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza city, la città è circondata da tre lati». Un’avanzata inesorabile che secondo Netanyahu «è un successo impressionante». «Siamo al culmine della campagna, siamo già oltre gli ingressi di Gaza City e andiamo avanti - ha detto il premier arringando i soldati - abbiamo anche perdite dolorose, ma come mi ha detto uno dei combattenti “niente ci fermerà”. Faccio appello alle persone non coinvolte ad uscire e andare a sud, perché noi non ci fermeremo dall'eliminare i terroristi di Hamas».

Le perdite di Israele nell’avanzata verso il cuore di Gaza è di 17 soldati, tra cui un tenente colonnello: caduti in imboscate notturne. La radio militare israeliana ha riferito che nella notte scorsa i soldati del battaglione Golani sono stati attaccati con missili anticarro, mortai e droni. C’è stata un'intensa e caotica battaglia durata tre ore, con i miliziani di Hamas che tentavano di impossessarsi dei veicoli corazzati e prenderne il controllo. L’Idf ha comunicato che «20 terroristi sono stati uccisi e 10 sono riusciti a fuggire».

Perdite israeliane: zero.

L’aviazione continua a bombardare la Striscia. Ieri è di nuovo stato colpito il campo profughi di Jabalia, dove in due giorni di raid hanno perso la vita 200 civili e almeno altri 120 sono dispersi sotto le macerie: un attacco che secondo l’Onu potrebbe configurarsi come un crimine di guerra. Ma è l’intera campagna militare di Israele a essere nel mirino delle Nazioni Unite: secondo gli esperti Onu, riuniti a Ginevra, il popolo palestinese «corre un serio rischio di genocidio». Le vittime sono ormai più di novemila, i feriti più di ventimila, secondo Medici senza frontiere. Ma ormai curarli è impossibile: gli ospedali sono quasi a secco di carburante. E Netanyahu non ha approvato alcun trasferimento di carburante agli ospedali, come invece aveva annunciato il capo di stato maggiore Herzi Halevi. Una posizione di intransigenza anche verso le sofferenze dei civili che potrebbe essere ammorbidita dopo la nuova visita prevista per oggi a Tel Aviv del segretario di Stato americano Antony Blinken: secondo fonti citate dal New York Times, farà pressione sul governo israeliano affinché accordi brevi pause nelle operazioni militari a Gaza per consentire il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Novembre 2023, 14:52
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