Il grano tenero finalmente sembra aver arrestato la sua corsa: ha perso quasi il 10% nell’ultima settimana. Arriva in Italia per quasi il 70% dall’estero e in particolare da Russia e Ucraina. Eppure il prezzo di pane e biscotti potrà salire ancora: anche tra il 15% e il 30%. Ancora più assurdo è che a Ferrara una pagnotta da un chilo costi fino a 9,8 euro (con una media di 5,31 euro), mentre a Bari arriva al massimo a 6 euro. Il paradosso è che a subire rincari a doppia cifra sono anche prodotti come la pasta, perlopiù da grano duro importato dal Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, non certo dall’Ucraina. Al massimo dal Kazakistan, dove un blocco c’è. È quel tipo di grano che ha mantenuto nell’ultima settimana quotazioni piuttosto stabili. Ma niente: un chilo di pasta a Cagliari costa anche 4,71 euro al chilo (su una media vicina a 2 euro) secondo Assoutenti e i dati Mise. Mentre a Pescara si è arrivati a pagare lo stesso chilo di pasta circa 3 euro.
Succede anche questo nell’impazzimento dei prezzi che da settimane mescola il caro energia agli effetti della guerra anche sulle materie prime. Colpa di manovra azzardate che spingono i prezzi ogni oltre ragione. Mentre il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli avverte: «È immotivato assaltare i supermercati». Stesso discorso per il petrolio. È arrivato a sfiorare per qualche giorno i 130 dollari al barile, ma i distributori già chiedono fino a 2,4 euro al litro per la benzina. Qualcosa che spinge le associazioni dei consumatori a chiedere uno sconto su accise e tasse, che pesano per oltre il 50% sul pieno. Per il momento il governo aspetta ad intervenire con sussidi e sconti. Ma il faro sulla speculazione è già scattato. Quello dell’Antitrust, per pratiche commerciali scorrette, e quello del Mise, delle Procure e della Guardia di Finanza per stanare i furbetti. Intanto l’autotrasporto eviterà lo sciopero. Ma oggi 70mila Tir non partiranno.
I paradossi
Ma vediamo nel dettaglio.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Marzo 2022, 08:51
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