Supermercati, mancheranno i prodotti freschi? Frausin: «Disponibili scorte solo di quelli a lunga scadenza. E i prezzi aumenteranno ancora»

Il presidente di Federdistribuzione: non siamo ancora in un'economia di guerra, ma le persone se prese dal panico reagiscono in maniera irrazionale e dunque c'è il rischio che prendano d'assalto i supermercati

Quali prodotti mancheranno dai supermercati? Frausin: «Preoccupano i freschi, scorte solo di quelli a lunga scadenza»

di Francesco Bisozzi

«Il costo del carrello della spesa, già aumentato del 4,2%, salirà di un altro punto nelle prossime settimane». Ma per il presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, non è solo la guerra in Ucraina a gonfiare la vela dei rincari.

Gli scaffali dei supermercati rischiano di rimanere a secco?

«Per i prodotti a lunga scadenza abbiamo scorte a sufficienza, è il fresco a preoccuparci».

Come se ne esce?

«Adesso servono interventi urgenti per aiutare le famiglie con reddito basso, chiediamo di congelare l'Iva sui prodotti alimentari, che va dal 4 al 22%, e aiuti per l'autotrasporto, alle prese con gli spaventosi rialzi del carburante».

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I prezzi però crescono anche per effetto della speculazione?

«Pesano i movimenti finanziari internazionali sui mercati dei prodotti agricoli. Per contenere le conseguenze bisogna puntare su una maggiore autonomia, sul fronte delle materie prime dipendiamo troppo dall'estero, va aumentata la produzione nazionale ed è prioritario diversificare le fonti di approvvigionamento».

Rischiamo davvero di trovare gli scaffali dei supermercati vuoti?

«Non siamo ancora in un'economia di guerra, ma le persone se prese dal panico reagiscono in maniera irrazionale e dunque c'è il rischio che prendano d'assalto i supermercati. In questo momento sono pochi i prodotti a rischio razionamento, come l'olio di semi di girasole, che tuttavia è facilmente sostituibile. Pure alcuni tipi di farine potrebbero venire a mancare».

Quanta autonomia abbiamo?

«In campo alimentare tutto dipende dalla vita residua del prodotto. Per i prodotti a lunga scadenza, come zucchero, sottaceti, liquori e caffè, abbiamo le stesse autonomie di un anno fa. Il discorso cambia per il fresco».

I rincari del costo dei carburante stanno mettendo a dura prova l'autotrasporto. Le merci deperibili che fine faranno?

«Il governo deve aiutare il settore della logistica, alle prese con i rialzi record dei costi della benzina.

Lo sciopero dell'autotrasporto del 19 marzo può ancora essere evitato. Ma tutta la filiera necessita di aiuti mirati per uscire dall'emergenza, acuitasi con la guerra in Ucraina: dagli agricoltori alle industrie di trasformazione alimentare, ai punti vendita. Quest'anno l'energia costerà alle nostre imprese almeno 3,5 miliardi di euro, contro i due miliardi spesi in bollette lo scorso anno». 

Inflazione e caro energia hanno fatto schizzare i prezzi alle stelle prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Con quali conseguenze?

«A fronte di un'inflazione vicina al 6%, il carrello della spesa è aumentato di oltre il 4%. Secondo le nostre previsioni, complice il conflitto, i numeri continueranno a salire: per quanto riguarda il costo del carrello della spesa, ci aspettiamo un balzo di un altro punto. La filiera sta cercando di attutire il più possibile i rincari, ma non può farcela da sola». 

In che misura impatta la speculazione?

«La speculazione la fanno i fondi di investimento che aggrediscono i mercati dei prodotti agricoli, non i supermercati. Il problema è che l'Italia è troppo dipendente dall'estero per le materie prime ed è per questo che subiamo la speculazione. Per proteggerci dobbiamo diventare più autonomi, aumentare la produzione nazionale di grano, per esempio, e diversificare le fonti di approvvigionamento». 

Cosa dobbiamo aspettarci in caso di un ulteriore aggravarsi del conflitto?

«Difficile fare previsioni adesso. Di certo, i rincari non finiranno domani, anzi, ci aspettiamo che i prezzi continuino a crescere nei prossimi mesi. Chiediamo al governo un taglio temporaneo dell'Iva, che sui prodotti di largo consumo pesa dal 4 al 22%. L'esempio da seguire è la Germania che, nel 2020, per ragioni legate alla pandemia, si è mossa in questa direzione».

Cosa stanno facendo le aziende del settore per attenuare i rincari?

«In questa partita l'unico che paga realmente il prodotto è il consumatore. Dobbiamo contenere nei limiti del possibile il peso dell'inflazione. Cercando di far sì che questa ondata di aumenti sia controllata».


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Marzo 2022, 09:43
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