Il ritorno al Nord
A svelarlo i dati forniti dal Progetto Lontra promosso e finanziato dal WWF Italia, in collaborazione con l’Università del Molise, nella persona di Anna Loy, una delle massime esperte mondiali sulla specie. Oltre ai referenti regionali, tutti impegnati da anni nella ricerca sul campo, hanno contribuito volontari e operatori di altri organismi, come il Corpo Forestale del Friuli V.G., guardiaparco di aree protette e studenti universitari. L’intero team ha setacciato, per circa 18 mesi di indagini, centinaia di chilometri lungo 35 bacini idrografici del Paese, tra cui Po, Tevere, Tagliamento, Adige, Isonzo, Magra, Arno, Ombrone, Liri-Garigliano, in cerca delle tracce di presenza e in particolare dei cosiddetti spraint (gli escrementi), caratteristici della specie, e monitorando le immagini delle videotrappole, come quelle che svelano un gruppo famigliare nel bacino dell’Isonzo, primo dato certo di riproduzione in questo areale.Minacce ancora presenti
Questa attività e l’impegno per conoscere e quindi consolidare il futuro della specie simbolo dei fiumi è stata celebrata oggi dal WWF in occasione della Giornata dell’Azione per i Fiumi – International Day of Action for Rivers – che ogni anno ribadisce il ruolo essenziale di questi ambienti tra i più minacciati, considerando che oltre il 40% dei fiumi italiani ha perso il suo buono stato ecologico. Tra i fattori che hanno favorito il “ritorno al nord” della lontra, lo sconfinamento di esemplari provenienti dall’Austria, Slovenia e Francia: i fiumi infastti sono formidabili corridoi ecologici naturali se si mantiene il loro stato di naturalità.
Obiettivo 2024
Un ruolo importante per questo ritorno è dato anche dalla presenza di aree protette create in questi anni, tra cui molte Oasi WWF: la sfida oggi è quella di favorire la connessione tra la popolazione vitale del meridione e di parte del Centro con quella Centro-Settentrionale. Le minacce sono ancora tante: gli attraversamenti stradali che accomunano le lontre, almeno 50 negli ultimi anni, investite dalle auto, a tanti altri mammiferi protetti come orsi, lupi, la frammentazione dei fiumi e il degrado degli habitat fluviali e ripariali. La tutela delle specie simbolo della nostra biodiversità è tra gli obiettivi della campagna Our Nature del WWF. I risultati completi del monitoraggio prodotto dal Progetto Lontra verranno presentati il prossimo 29 maggio – in occasione dell’Otter Day – la Giornata internazionale della lontra: in quell’occasione il WWF e i partner coinvolti lanceranno una nuova proposta per aggiornare l’attuale Piano Nazionale (PACLO) purtroppo ancora oggi disatteso. Negli anni ’80 fu il WWF per primo a dare l’allarme sulle condizioni della specie: con il Gruppo Lontra Italia coordinò il primo monitoraggio da cui emerse che solo nel 6% dei 1300 siti monitorati risultava abitato. Da quel momento nacquero Oasi fluviali in aree strategiche come Persano in Campania, sul fiume Sele, Policoro in Basilicata e il sostegno a progetti di tutela più vasti come il parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano e Monti Alburni, e un Centro dedicato alla specie a Penne in Abruzzo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Marzo 2024, 12:19
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