Nancy Brilli su Leggo: «Mendicanti di sguardi»

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Boh, dice Amanda, appena tornata dalla settimana della moda. Mi racconta di essere perplessa. Al di là del lavoro, quelli per strada, i “normali” parevano tutti matti. C’era uno, dice, alto alto e secco secco, vestito con una palandrana rossa e nera, che sfilava deciso come fosse dea, solo che stava sui binari del tram, e la gente lo guardava strano. Forse sperava che qualche talent scout si accorgesse di lui, forse pensava che lo avrebbero creduto un supermodel, forse era solo mitomane. E poi un’altra tipa platinata, centocinquanta chili di mezz’età in minigonna di pelle strassata e stivali texani, manco tanto disinvolta, in verità. Chissà, magari però si piaceva, o magari avrà pensato non sono la più bella del mondo, ma oh, dico la mia. Oppure era solo coatta. Più i là c’era un gruppo di uomini barbuti o anche mezzi pelatini, con giacca, cravatta, gonna e scarpe coi tacchi. Parevano poco contenti. Amanda dice boh. Perché quelli, tanti, che ha visto lei, le parevano dei poveretti alla ricerca di uno sguardo. Eh. Eh, lo capisco. Posto che innegabilmente anche il brutto ha diritto di esistenza, la sensazione è straniante e la percezione è di popolazione disperata, gente a mendicare un consenso, una verifica di esistenza, accroccandosi in maniere oltremodo scomode e poco donanti. Amanda mia, che ti devo dire? Questo è. Però lo capisco, che un po’ ti faccia specie. 
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Settembre 2023, 07:57
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