Papa Francesco accanto alla bandiera del Libano annuncia l'invio del cardinale Parolin a Beirut
di Franca Giansoldati
La riflessione sugli effetti sociali, politici, economici portati dal Covid che sta segnando le catechesi del mercoledì è proseguita anche stamattina, stavolta insistendo sul concetto di solidarietà. Una parola un po' logora ha detto il Papa «e persino interpretata male».
Un concetto che però «indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni».
«Non è solo questione di aiutare gli altri: si tratta di giustizia. L’interdipendenza, per essere solidale e portare frutti, ha bisogno di forti radici nell’umano e nella natura creata da Dio, ha bisogno di rispetto dei volti e della terra» ha spiegato.
Il Papa ha messo in guardia dalla tendenza a non capire che senza una piattaforma solidale gli effetti della pandemia saranno peggiori. «Costruiamo torri e grattacieli, ma distruggiamo la comunità. Unifichiamo edifici e lingue, ma mortifichiamo la ricchezza culturale. Vogliamo essere padroni della Terra, ma roviniamo la biodiversità e l’equilibrio ecologicon (..) Purtroppo anche oggi può succedere qualcosa di simile. Cade qualche quota del mercato finanziario e la notizia è in tutte le agenzie. Cadono migliaia di persone a causa della fame e nessuno ne parla».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Settembre 2020, 15:46
© RIPRODUZIONE RISERVATA