Verona-Lazio, Oddo: «Sulla carta non c’è partita ma l’Hellas è in forma»

Il doppio ex gioca la gara di stasera al Bentegodi

Verona-Lazio, Oddo: «Sulla carta non c’è partita ma l’Hellas è in forma»

di Valerio Marcangeli

Tra le 172 presenze con la Lazio e le 70 col Verona, condite da 28 gol, è difficile trovare qualcuno migliore di Massimo Oddo per descrivere la partita di oggi. «Mentre guardo le partite e aspetto una panchina ci rivela il doppio ex vi dico che la squadra di Sarri dovrà stare attenta».
Che Verona-Lazio c'è da aspettarsi?
«Sulla carta non c'è partita dal punto di vista tecnico, ma il Verona si deve salvare e ultimamente sta raccogliendo punti. La squadra di Sarri dovrà sudarsi la vittoria contro una formazione aggressiva che punta sull'uno contro uno. Sarà opportuno far saltare la loro pressione».
I veneti hanno fatto gli stessi punti dei capitolini nel 2023: di chi è il merito?
«Zaffaroni lo conoscevo come allenatore, ma con tutto il rispetto il grosso del lavoro lo sta continuando a fare Bocchetti. L'allenatore è sempre stato lui e sicuramente sta facendo meglio rispetto a prima, anche se non era difficile. Dovrà essere più continuo per sperare in una difficile salvezza».
La squadra di Sarri la sta convincendo?
«In campionato conta sempre il risultato finale e per ora la Lazio è in corsa per la Champions, quindi sta facendo quello che deve fare. Sicuramente sta mostrando cose migliori rispetto allo scorso anno. Le pause possono starci, ma mi sembra in linea con le aspettative».
Ora c'è anche Pellegrini, bella bagarre tra i terzini.
«Come grande squadra è giusto che ci sia competizione in tutti i ruoli. Sono tutti e quattro di buonissimo livello e Pellegrini va a soddisfare l'assenza di un esterno di piede mancino, ma faccio fatica a pensare che ruberà il posto a Marusic. Il montenegrino si adatta molto bene sull'altra fascia e per me la difesa titolare è quella con lui a sinistra e Lazzari a destra. Sarri ha chiesto un giocatore con certe caratteristiche solo per avere un'opportunità in più».

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Niente da fare invece per il vice Immobile.
«Per me la vera domanda è: Si riesce a prendere un vice Immobile che sia meglio di Felipe Anderson quando viene adattato?. Probabilmente la risposta è no. Anche perché si tratterebbe di un giocatore molto forte che difficilmente arriverebbe alla Lazio per fare la riserva fissa di Ciro. Evidentemente per il club Felipe ora è una valida alternativa».
È una Lazio sempre più italiana: chi potrebbe convocare nei prossimi mesi Mancini?
«Dipende dai ruoli. Di giocatori ce ne sono tanti e forti in Nazionale, ma in casa Lazio sicuramente sta meritando Romagnoli. Sta facendo grandi cose anche perché il gioco di Sarri lo esalta. Poi c'è Lazzari e lo stesso Pellegrini può tornare in corsa, senza dimenticare Zaccagni e Cataldi».
Il regista, come Romagnoli e Pellegrini, gioca nella squadra che tifa: questo che spinta può dare?
«Secondo me cambia poco perché un vero professionista dà sempre il massimo per qualsiasi società. Di sicuro può essere un vanto per i tifosi, ma non conta solo quello. Ad esempio io, da sostenitore, tra due calciatori preferirei avere quello più forte, non quello che tifa la mia stessa squadra (ride, ndr)».
È il momento di accelerare per la corsa alla Champions?
«Assolutamente sì. La Juve sappiamo tutti in che situazione è. L'Inter è altalenante. Fino a un mese fa il Milan sembrava inarrestabile e ora ha avuto una battuta di arresto che sta durando da un po'. Adesso è giusto che squadre che stavano appena dietro, come Lazio e Roma, ne approfittino. Poi nel rush finale ci si giocherà tutto».
Infine un pensiero per Mihajlovic.
«Certe cose fanno veramente male. Era un amico, un fratello, un padre. Da piccolo sognavo di diventare come lui e poi sono riuscito a giocare in Serie A con la squadra della quale era un veterano».
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2023, 09:03

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