Stadi nuovi, mentalità vecchie:
i fatti di Udine ci avvicinano all'Europa

Stadi nuovi, mentalità vecchie: i fatti di Udine ci avvicinano all'Europa

di Romolo Buffoni
La Dacia Arena di Udine proprio nel giorno della sua inaugurazione ha rivissuto la peggiore delle sceneggiate ultrà: giocatori “a rapporto” sotto la curva dopo la sconfitta. È accaduto ancora e in uno stadio che dovrebbe portare la serie A «più vicina all’Europa».

E forse ce la porta, visto che nella civilissima Germania dove (quando si vince) giocatori e tifosi fanno festa sull’erba, gli ultrà dell’Hannover hanno preteso dai loro “beniamini” che si togliessero le maglie. Proprio come fece la gradinata Nord del Genoa. Ma nei corsi e ricorsi di questa storia c’è che ieri ad “ammirare” la contestazione dei friulani vi erano circa 4000 romanisti, molti dei quali presenti in Curva Sud quasi un anno esatto fa a chiedere conto a Totti, De Rossi e compagnia del crollo in Europa League contro la Fiorentina.

La nottataccia dell’Olimpico ha fatto cambiare il regolamento, che oggi vieta ai giocatori di andare a interloquire con i tifosi (e infatti Di Natale, Danilo e gli altri bianconeri rischiano) e, solo all’Olimpico di Roma, ha contribuito a far montare in curva le famigerate barriere. Ma non è bastato. Ieri è scoccata la mezzanotte delle illusioni pallonare: la Dacia Arena «il moderno impianto senza barriere a misura di famiglie» è tornata a essere il vecchio Friuli. Non sono i posti a dover cambiare, ma le persone.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Marzo 2016, 09:16

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