Milan, un 2020 da Champions. Capello: «Pioli me lo terrei stretto»
di Luca Uccello
Oggi il Milan sarebbe in Champions League grazie a quattro vittorie, due pareggi, nessuna sconfitta. E le vittorie sono tutte pesanti, contro le big, contro chi lotta per vincere lo scudetto. La differenza reti dà ragione a Maldini (e Boban), dà ragione a Ibrahimovic. Con lui dall’inizio forse il Milan avrebbe lottato per vincere lo scudetto, non per raggiungere l’Europa Leauge.
Oggi il Milan è settimo in classifica e così sarebbe costretto a scendere in campo nei preliminari dei preliminari, quelli che un tempo si giocano a fine luglio, i primi di agosto. Ora chissà quando.
Un cammino da applausi in mezzo a tante difficoltà: la prima quella di essere un tecnico senza futuro al Milan. Stesso discorso per Ibra che sa che a fine stagione sarà costretto a lasciare il suo Milan. Lui come Paolo Maldini. Perché mandare via Stefano Pioli?
Se lo chiede anche Fabio Capello, non certo uno a caso. Uno che ha vinto a Milano e anche a Roma e non solo. «Rangnick? Non lo conosco. È un allenatore che ha fatto cose interessanti in Germania, non importanti». Queste le prima parole pronunciate da Don Fabio a Radio Anch’Io Lo Sport. «Viene in Italia in una squadra che non conosce. Sarebbe un anno zero e perderebbe ancora un campionato. Pioli è riuscito a dare una mentalità di gruppo che precedentemente non si vedeva».
Parole purtroppo che non verranno ascoltate. Intanto Pioli è deciso a chiudere in Europa, ma da quinto. Difficile ma non impossibile. I punti di differenza dalla Roma sono solo 4, dal Napoli, dopo il pari del San Paolo sempre due. Il calendario può aiutare i rossoneri che a parte l’Atalanta e il Sassuolo deve affrontare Parma, Bologna, Sampdoria e Cagliari. Tutto è ancora possibile.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Luglio 2020, 07:00
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