Schwazer, da campione d'oro a cameriere.
Il papà: "Dopo il dramma non ha più pianto"

Schwazer, da campione a cameriere. Il papà: "Dopo il dramma non ha più pianto"

di Vanni Zagnoli
Alex Schwazer doveva gareggiare da campione olimpico, a Londra 2012. Risult positivo e confess il doping al mondo, in lacrime, lasciando un’ombra sulla spedizione italiana. Da un anno, il marciatore altoatesino ha voltato pagina, fa il cameriere e lo studente.



Neanche l’oro ricevuto a tavolino una settimana fa lo indurrà a ritornare in attività. Dall’ordine d’arrivo degli europei di Barcellona 2010, sparisce per squalifica il russo Emelyanov, che 4 anni fa si impose con appena 20 centesimi di vantaggio. Il regolamento della federatletica mondiale è chiaro: non esistono prove che Schwazer all’epoca fosse dopato e allora si fregia del primo titolo continentale della carriera. La procura di Bolzano indaga subito anche su quello, del resto deve ancora appurare quando iniziarono le sue pratiche illecite. Entro ferragosto il dossier sarà terminato.







Le 50 chilometri di Alex sono un ricordo, lontano e faticoso. Oggi trotta fra i tavoli di un ristorante, come rivela il padre Josef, 55enne tecnico della manutenzione stradale, per la provincia di Bolzano. E’ tornato a vivere anche con mamma Marie Louise, bidella di 56 anni.



«E il fratello minore Oliver - spiega il papà -, a 21 anni va a studiare a Londra, dopo il ciclo di tedesco e ladino terminato a Innsbruck».



Sino a un paio d’anni fa, i due Schwazer erano popolari anche grazie alla televisione, comparivano assieme nella pubblicità televisiva della Kinder, finchè venne ritirata per la bufera doping. Da allora i genitori fanno da sbarramento nei confronti dei media.



«Alex - riprende il padre - studia management sportivo e fa un po’ il cameriere, pure a Innsbruck. E’ in Austria, eppure a soli 50 chilometri da casa. Lavora in un ristorante dalla primavera 2013, è veramente molto contento. Da quella drammatica conferenza stampa non ha più pianto, almeno di fronte a noi. Neanche per Carolina».



A febbraio la pattinatrice di Ortisei è stata bronzo alle Olimpiadi invernali di Sochi. Aveva già imbastito la storia d’amore con il collega ceco Tomas Verner. «Però sente ancora Alex, sono rimasti amici. E nel suo cuore non l’ha sostituita».



Schwazer adesso va in bici e corre in montagna, partendo dai 1450 metri di Racines, il più piccolo paese che abbia partorito un campione a 5 cerchi.



«Per me - commenta il ct azzurro Massimo Magnani - è un ex atleta. Se deciderà di riprendere, lo incontrerò volentieri. Fatico a inquadrarlo, perchè negli interrogatori ha mostrato varie facce».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Agosto 2014, 12:51