Il tributo a Gaber
«Giorgio è un'ispirazione, perché troppo grande per poterlo reinterpretare. Ecco perchè ho fatto dei suoi brani i miei, riscrivendoli, stravolgendoli e intervallandoli con monologhi scritti con Giorgio Centamore».
Che uomo era?
«Un poeta gentiluomo. Di un'umiltà e un'umanità ineguagliabili».
Perché il Gaber dei primi tempi?
«È più spensierato e scanzonato. Quello dell'ultimo periodo, che tratta temi esistenziali profondi, sarebbe stato artisticamente inaffrontabile».
Lo show è parte del piano di rilancio del Salone Margherita di cui sei direttore artistico
«Sì, per un teatro più fruibile e attuale, strutturato insieme al nuovo patron Nevio Schiavone e al collaboratore artistico Demo Mura».
Il pubblico romano?
«È una platea che mi vuole molto bene e che solo all'inizio ha mostrato scetticismo per un direttore artistico, e pure milanese, di uno storico teatro romano. Poi tutto è svanito».
«Una grande sfida, sostenuta da una grande passione che non prevede riscontro economico, ma solo la soddisfazione di vedere un teatro fermo da cinque anni rinascere».
Tu oggi
«Più comprensivo e aperto ad avventure spiritualmente appaganti».
Il sogno
«Un film da regista tratto dal romanzo di Gian Antonio Stella La bambina, il pugile, il canguro. Una storia vera e commovente, nella qualche credo e che è in attesa di finanziamenti».
DOVE, COME, QUANDO Enzo Iacchetti nelle vesti di attore in Chiedo scusa al Signor Gaber, al Salone Margherita via Due Macelli 75, fino al 29/04, ore 21, ingr. 25-35 euro, 65 euro con cena Infoline 066791439
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Marzo 2015, 08:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA