Barbara De Rossi, magistrale Medea
al Teatro San Babila da oggi al 6 marzo
di Valentina Aulenta
L’attrice romana indossa infatti i mitici panni della maga Medea, paradigma di passione, ossessione e tremenda vendetta, nella piéce firmata dal francese Jean Anouilh portata in scena da Francesco Branchetti da questa estate, in arrivo al Teatro San Babila da oggi al fino al 6 marzo.
Nel testo del drammaturgo francese, specializzato nella riscrittura modernista di alcuni classici greci, il personaggio tragico mantiene i suoi tratti distintivi: l’amore totalizzante per Giasone (interpretato dallo stesso Francesco Branchetti), il dolore folle quando comprende che, al ritorno da un lungo viaggio, il suo uomo sta per sposare Creusa la figlia di Creonte (Lorenzo Costa), il desiderio di vendetta che le sorge in petto. E, in tutto questo, la totale solitudine in cui la donna viene imprigionata, che è poi la condizione che la porta alla perdita del controllo e all’uccisione dei loro figli.
Fiera e titanica, come Medea è nei secoli su ogni palcoscenico, di fronte a un uomo divenuto piccolo perché stanco della propria passione con lei.
«La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche originali che la rendono unica. - commenta il regista - La tragedia e la vicenda umana ed esistenziale di Medea assumono nel testo significati appunto universali e di straordinaria attualità».
Senza scomodare i singoli fatti di cronaca nera dei nostri giorni, l’analogia è evidente. Rispetto alla Medea di Euripide, spiega Barbara De Rossi, «quella di Anouilh è più cupa e disperata: lei non si sente nessuno senza il suo uomo. E il peso del suo amore è troppo per Giasone».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Febbraio 2016, 09:08
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