Oscar: tutti contro il favorito “Oppenheimer”. Tra le attrici sfida tra Stone e Gladstone

La sfida nella notte tra domenica e lunedì, diretta su Rai1

Oscar: tutti contro il favorito “Oppenheimer”. Tra le attrici sfida tra Stone e Gladstone

di Michela Greco

Tutti contro Oppenheimer, il padre della bomba atomica. È il film di Christopher Nolan, con un notevolissimo Cillian Murphy, il campione da battere nella notte degli Oscar - in programma tra domenica e lunedì notte (diretta su Rai1 a partire dalle 23,55, conduce Alberto Matano) - con 13 nomination nelle categorie più importanti, da Miglior Film a Miglior Regia, passando per le interpretazioni (oltre a Murphy, ci sono Robert Downey Jr ed Emily Blunt, candidati come non protagonisti) e per diversi premi tecnici. Nella “decina” del riconoscimento più importante, quello per il Miglior Film, spiccano “Barbie”, “Killers of the Flower Moon”, “Anatomia di una caduta” (vincitore a Cannes) e “Povere creature!”, che invece ha vinto il Leone d’Oro a Venezia e sembra aver ipotecato una statuetta per la sfrenata protagonista Emma Stone, eroina di un’avventura di emancipazione femminile tra horror e commedia, tra satira sociale e barocchismo formale. Nella sua categoria, quella di Miglior Attrice Protagonista, non si può però ignorare lo slancio di Lily Gladstone, apprezzatissima per il suo ruolo nel film di Scorsese, mentre gli altri interpreti segnalati – tra questi Bradley Cooper, Paul Giamatti, Mark Ruffalo, Robert De Niro e Ryan Gosling, ma anche Sandra Hüller, Carey Mulligan e Jodie Foster – sembrano destinati a dover cedere il passo al fenomeno Oppenheimer.

Dal film sul direttore del Progetto Manhattan arriva anche un candidato forte per il premio per la Miglior Colonna Sonora, ovvero il compositore svedese Ludwig Göransson, mentre il mondo di Barbie domina la categoria della Miglior Canzone Originale, con i brani “What Was I Made For?” di Billie Eilish e Finneas e “I’m Just Ken” di Mark Ronson e Andrew Wyatt.

La cinquina dedicata alla regia schiera autori eccellenti di opere che hanno lasciato il segno - Lanthimos, Glazer, Triet, Scorsese – ma, anche qui, sembra avere un vincitore predestinato in Nolan. Sul fronte delle sceneggiature originali sono in pole position “Anatomia di una caduta”, scritta dalla regista Justine Triet con il compagno Arthur Harari, e “The Holdovers”, firmata da David Hemingson, mentre per la sceneggiatura non originale il favorito sembra essere “American Fiction”, che il regista Cord Jefferson ha adattato a partire dal romanzo “Erasure” di Percival Everett. Infine, per la statuetta al Miglior Documentario sembra non avere rivali “20 Days in Mariupol” del giornalista ucraino premio Pulitzer Mstyslav Chernov, durissimo spaccato della guerra, vista da dentro.

IN QUATTRO CONTRO GARRONE

«Siamo felici che l’avventura continui». Così Matteo Garrone aveva commentato la notizia della candidatura all’Oscar del suo “Io capitano”, augurandosi che la storia del viaggio di Seydou dal Senegal alle coste italiane venisse così in contatto con il pubblico più ampio possibile. Nel bene o nel male, l’avventura si concluderà nella notte tra il 10 e l’11 marzo, quando sapremo chi potrà stringere la statuetta per il Miglior Film Internazionale.
Un’impresa per niente facile per il regista romano, che ha il suo concorrente più temibile nel britannico Jonathan Glazer, che con “La zona di interesse” ha firmato un film sull’Olocausto potentissimo sia dal punto di vista formale che sostanziale, in cui l’orrore invade lo schermo pur rimanendo fuori campo. Sembra davvero proibitivo competere con quest’opera – già molto premiata e applaudita - che incide con precisione chirurgica la cattiva coscienza di chi prospera sull’indifferenza del dolore altrui, ma di certo anche gli altri avversari impensieriscono.
Lo fa Wim Wenders con la poesia dei suoi “Perfect Days”, inno alla capacità di trovare la bellezza negli angoli della quotidianità, sublimato dall’eccezionale interpretazione – premiata a Cannes – di Kôji Yakusho; lo fa “La sala professori” di Ilker Çatak con l’affilata indagine su responsabilità e dinamiche di gruppo in una scuola media, e lo fa l’estremo “La società della neve”, che affonda le mani sul disastro aereo sulle Ande del 1972.


Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Marzo 2024, 09:22