Nancy Brilli su Leggo: «Appariscenti e invisibili»

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di Nancy Brilli

Valentina dice che secondo lei non è normale. Guardandosi intorno le pare di capire che vada di moda essere coatti, bifolchi, cafoni. Con questa storia che vale tutto, che ognuno si veste come gli pare, le sembra che non ci sia più un limite. Gli italiani erano famosi per il buon gusto, dice. Invece ora ha incontrato panze triple fasciate da magline sottilissime, minigonne davvero minime su gambette secche altrettanto brevi, virili capoccione pelate con quattro peli di codino bisunto, vecchi che pensano d’esser giovani e giovani che pensano di essere influencer, una marea di persone che sciamano in una costante esibizione, come se fosse uno spettacolo, come se tutti fossero protagonisti, tutti che si specchiano su ogni superficie riflettente, e vanno.

Eh, bella mia, ma dove sei stata diciamo nell’ultima ventina d’anni? Tanta gente si vede bene così, il più appariscente possibile. Forse il timore è di essere invisibili, forse si è diventati tutti scemi, forse hanno ragione loro, che ne so. Io, per parte mia, mi guardo in giro e mi diverto, pure. Prendila leggera, il caleidoscopio coatto è meglio delle divise maoiste. Più disordinato, sicuro, ma quella mancanza di libertà, quel grigiore, quell’obbligo…mamma mia che paura.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Ottobre 2023, 14:53
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