La casa d'aste ha descritto così l'oggetto: "Antico compagno per signore intagliato nell'avorio e avvolto in una fodera scarlatta, contenuto in una scatola di legno con vetro smussato". Si tratterebbe di un pezzo unico: anche se all'epoca questi tipi di sex-toys erano già piuttosto diffusi, colpisce l'incredibile attenzione e cura con cui l'oggetto è stato realizzato. Nell'avorio, infatti, sono presenti forme e curvature che rendono il dildo estremamente realistico.
Secondo Damien Matthews, il dildo apparteneva ad una delle più note famiglie anglo-irlandesi dell'epoca. A procurarsi l'avorio era stato il capofamiglia durante una battuta di caccia agli elefanti in India, poi la materia prima sarebbe stata lavorata in Cina e perfezionata in Irlanda. Recenti scavi archeologici hanno dimostrato come gli oggetti usati come peni finti esistessero già ai tempi dell'uomo di Neanderthal, mentre nell'Antica Roma erano già diffusissimi. All'epoca in cui visse la proprietaria del dildo, era consuetudine, tra gli uomini che partivano per lunghe e pericolose campagne all'estero (e spesso in altri continenti), regalare alle propri mogli dei sex-toys per 'sopperire' alla loro assenza. Ne parla anche Il Fatto Quotidiano.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Aprile 2017, 13:49
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