Adotta un bambino e chiede di lavorare da remoto perché il neonato è in terapia intensiva: il capo la licenzia

Venerdì 19 Gennaio 2024, 11:44

La chiamata

Marissa Hughes, impossibilitata a concepire a causa di un problema di sterilità, ha deciso - insieme al suo compagno - di ricorrere all'adozione e dopo lunghe attese hanno ricevuto, alla fine di dicembre, una chiamata dall'agenzia.

Judah, il neonato che possono finalmente chiamare loro figlio, è nato a 22 settimane, prematuro, e pesa meno di mezzo chilo, motivo per cui è stato ricoverato nel reparto prenatale di terapia intensiva, a nove ore di distanza da quelli che ora sono i suoi genitori. I problemi di salute del piccolo Judah richiedono un lungo soggiorno in ospedale e si pensa non sarà dimesso prima di fine marzo.

Per aiutare il neonato è stata anche aperta una raccolta fondi e in poco tempo sono stati raggiunti i 40mila dollari. Marissa è corsa, insieme al compagno, al capezzale di Judah e ha richiesto alla manager di poter lavorare direttamente dall'ospedale. Tuttavia, la proprietaria del brand Kyte Baby ha rifiutato la richiesta, spiegando che in un primo momento, dato le mansioni di Marissa, le è sembrato impossibile che potesse lavorare a distanza.

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