Gli specializzandi in Medicina che lavorano in Italia hanno diritto a una borsa di studio di 1.600. Ha fatto discutere, nei giorni scorsi, l'intervista di una giovane che ha deciso di lasciare la specializzazione perché «non mi conveniva, con la libera professione si guadagna molto di più, anche il triplo. Allora meglio mettere un po' di soldi da parte e fare la specializzazione tra qualche anno», ha detto Federica Bennardo, che ha protestato per chiedere che il salario venga adeguato agli standard europei. La giovane ha legato la sua protesta anche agli affitti di Milano alle stelle.
La risposta
Nella sua stessa situazione c'è Jacopo D’Andria Ursoleo, 25enne pugliese che lavora a Milano. Si è laureato ed è specializzando in Anestesia e rianimazione alla facoltà di Medicina al San Raffaele. «Lo specializzando deve dare il suo contributo, senza che ci siano anomalie. Allo stesso tempo, deve poter imparare sentendo di avere le spalle coperte dai medici più esperti. Serve poi equilibrio tra lavoro e vita privata», commenta il giovane al Corriere della Sera. «I 1.600 euro al mese? È meno di quanto si prende all’estero. E se vivi in una città cara come Milano, devi essere oculato nelle spese per arrivare a fine mese».
Quando gli si fa notare che un influencer quei soldi li può fare in poche ore, Jacopo risponde: «Non si può fare il medico per la fama o per i soldi - continua -. Penso che la medicina sia imparare a empatizzare con il dolore di un altro uomo». È tentato di andare a lavorare all’estero? «Ci andrei solo per fare esperienza e poi tornare qui. Credo nella formazione italiana, a patto che sia a contatto con altre realtà».
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