Tumore seno, metastasi individuate dall'intelligenza artificiale: possibile salvare migliaia di vite

Venerdì 26 Maggio 2023, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 08:43

Paolo Veronesi: in Italia le migliori cure

«Il nostro Paese è forse quello in Europa e nel mondo in cui si cura meglio e si guarisce meglio dal tumore al seno grazie al nostro Sistema sanitario nazionale e all'istituzione delle Breast Unit che sono l'unico luogo in cui si possono curare i tumori della mammella perchè al loro interno dialogano tutti gli specialisti. L'approccio multidisciplinare è quello che dà i migliori risultati in termini di guarigione». Sono le parole di Paolo Veronesi, ordinario di Chirurgia generale dell'Università di Milano e direttore dell'Unità operativa di Chirurgia senologica dell'Istituto Europeo di Oncologia, tra i massimi esperti nel campo della diagnostica e terapia del carcinoma della mammella, che oggi ha tenuto una lezione nell'ambito dei seminari di chirurgia organizzati dalla Scuola di Specializzazione in Chirurgia generale dell'Università Federico II. Il professore Veronesi ha evidenziato come negli ultimi venti anni la chirurgia senologica abbia compiuto enormi passi in avanti e grandi progressi arrivando così a una chirurgia sempre «più conservativa e rispettosa» dell'immagine della donna, evitando di fare interventi che compromettano le attività funzionali. «Siamo andati verso radioterapie sempre più limitate nel tempo e più concentrate e quindi con minori effetti collaterali - ha sottolineato Veronesi - e soprattutto la grande innovazione è stata nelle terapie mediche sempre più mirate: abbiamo terapie a bersaglio molecolare, l'immunoterapia, c'è la possibilità di evitare la chemioterapia quando se ne può fare a meno grazie ai test genomici che sono patrimonio comune in tutte le regioni italiane, c'è la possibilità di fare terapie ormonali sempre più mirate e prolungate nel tempo nelle malattie che lo richiedono e quindi riusciamo a personalizzare al massimo il trattamento delle pazienti». Secondo alcuni dati riportati, ad oggi si tocca il 90 per cento di guarigioni a 5 anni ma allo stesso tempo si registra un aumento dell'incidenza della malattia. «Per fortuna - ha sottolineato Veronesi - dopo la pandemia sono ripresi gli screening e le attività di prevenzione che ci consentono di vedere i tumori in fase inziale con elevatissime possibilità di guarigione». In sala non solo specializzandi dell'Ateneo federiciano ma anche oncologi, biologi e professori. «Ritengo che questo sia un momento importante - ha detto Giovanni De Palma, direttore della Scuola federiciana - per l'elevata qualificazione scientifica del professore Veronesi, tra i massimi esperti di una patologia sempre più frequente ma sempre più curabile soprattutto se identificata in fase precoce». Tra i presenti anche Tommaso Pellegrino, chirurgo oncologo Breast Unit dell'Azienda ospedaliera universitaria Federico II, che ha evidenziato come l'Unità federiciana costituisca «un punto di riferimento per la Campania in termini di numeri, di ricerca e per qualità. La presenza del professore Veronesi - ha concluso - è la dimostrazione che nel nostro territorio abbiamo costruito una sinergia importante finalizzata a formare nel modo migliore possibile i nostri specializzandi».

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