Chiara Ferragni cerca soci, ha bisogno di 6 milioni. Ricavi crollati del 40%, ecco il piano anti-crisi del suo team. Quasi azzerati i post sponsorizzati

Dopo il caso pandoro si cerca di risollevare l’azienda che detiene il suo brand

Ferragni cerca soci, ha bisogno di 6 milioni. Ricavi crollati del 40%, ecco il piano anti-crisi del suo team

di Rosario Dimito

L’affaire Balocco e gli altri episodi di beneficenza sospetta hanno indebolito Chiara Ferragni, una delle più note influencer del momento, dal punto di vista dell’immagine da cui sono derivati contraccolpi economici: per gestire una situazione difficile e complessa, ha ingaggiato uno stuolo di consulenti per puntellare l’impero. Si profila la necessità di un rafforzamento patrimoniale della Fenice srl, società che detiene Chiara Ferragni Brand e si occupa del business legato alle licenze del marchio (dall’abbigliamento ai gioielli ai profumi) ed è lo snodo delle attività dell’influencer e imprenditrice digitale il cui successo si reggeva proprio nella forza di trascinamento dei follower. Ne avrebbe 30 milioni, ma anche su questo dato c’è il sospetto sia gonfiato. Per iniettare soldi freschi e rafforzare il patrimonio potrebbe essere necessario allargare la compagine sociale a nuovi soci. 

LA CAPARRA

Qualche giorno fa, in videocall, tre legali dello studio Gop (Luigi Maraghini Garrone, Emanuele Panattoni, Piero Fattori), tra i più affermati in Italia in diritto societario; l’avvocato Manfredi Vita, esperto di Antitrust; uno dei maggiori penalisti italiani Giuseppe Iannaccone; Alessandro Marina, storico consulente di moda milanese, hanno compiuto una ricognizione a tutto tondo dove le determinazioni economico-finanziarie dipendono molto dagli sviluppi delle indagini della Procura della Repubblica di Milano perché, a seconda della direzione che assumeranno, potranno esserci impatti patrimoniali diversi. Non sono stati sufficienti quindi il mea culpa e l’assoluzione da Fabio Fazio di un mese fa a “Che tempo che fa”: le grane per l’influencer, che alle disavventure professionali ha aggiunto anche la rottura del matrimonio con Fedez, non hanno limiti. La Fenice srl fa capo alla società di investimento Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli che ha il 39,9%; a Sisterhood, cassaforte interamente della Ferragni (32,5%); Esuriens delle famiglie Morgese e Barindelli (13,7%), Ni srl di Pasquale Morgese. 

LA TRATTATIVA SALTATA 

L’assetto azionario è rimasto immutato in quanto la trattativa di Barletta e Castelli per cedere il 26% di Alchimia ad Avm Gestioni, società guidata da Giovanna Dossena, cui partecipano diverse famiglie di imprenditori italiani, fra cui Edoardo Tabacchi e Luca Bombassei, è saltata in quanto l’acquirente non ha trovato i soldi e ci ha rimesso anche due milioni di caparra.

Questo negoziato fallito, si è sviluppato sulla base di una valorizzazione della Fenice srl di 75 milioni. Era giugno 2023, appena 10 mesi fa, ma non era ancora esploso il caso della promozione dei pandori Balocco, commercializzati anche con il suo marchio. Il caso si trasforma in giudiziario, perché Ferragni è indagata per truffa aggravata dalla procura di Milano, e al danno di immagine ne sta seguendo uno economico, visto che la multinazionale degli occhiali Safilo ha rescisso la propria collaborazione con lei, e Coca-Cola l’ha estromessa da uno spot che la coinvolgeva.

 

DANNI NON CALCOLABILI 

Allo stato non è possibile quantificare il danno economico, anche perché oltre alle collaborazioni interrotte, c’è anche l’attività sui suoi social network che ne ha risentito perché sono quasi azzerati i post sponsorizzati e le storie su Instagram, che normalmente vengono pagate decine di migliaia di euro, a volte di più, a seconda dell’accordo. La terapia d’urto che i consulenti stanno mettendo a punto serve a ripristinare un equilibrio economico finanziario della Fenice srl dove a fronte della caduta dei ricavi, allo stato quantificata in un 40% circa, c’è una struttura di costi rimasti elevati in quanto incidono gli stipendi dei 30 dipendenti. Di qui la terapia per evitare la liquidazione visto che le proiezioni elaborate dai consulenti indicano una perdita da 1 a 3 milioni nei prossimi tre anni, in assenza di interventi straordinari. La raccolta di nuovo equity per 5-6 milioni, che difficilmente potrà avvenire a cura degli attuali soci mediante il diritto di opzione, potrebbe coinvolgere qualche new entry: secondo i consulenti, la possibilità è che la Ferragni chieda a Francesco Trapani di mettere in campo Vam Investment, il suo family office oppure si rivolgerà a Marco Bizzarri, ex ad di Gucci che ha Nessifashion.


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 08:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA