False vaccinazioni, l'assistente "infedele": «Io minacciata di morte»
di Roberto Ortolan
Timori che, secondo l'avvocato Salandin, sono evidenti. «Lo stesso procuratore Della Costa - precisa - ha stigmatizzato il clamore dato alla vicenda. Per questo e per riabilitare la propria immagine infangata Emanuela è pronta a farsi sentire in Procura. Come indagata? A noi non risulta lo sia. È pronta a rispondere, almeno come persona informata sui fatti».
La Petrillo sta ancora cercando di capire il motivo delle accuse mosse dai vertici dell'Usl e dai colleghi. «Il clima sul posto di lavoro, con alcuni colleghi, non era il massimo. Mi sembra fantasia dire che siano arrivati a mentire per accusarmi. Anche perché non so chi mi accusa». Il provvedimento disciplinare per le mancate prenotazioni dei richiami dei vaccini fanno ancora discutere. «Ma è stato tutto risolto e chiarito», dice Petrillo. Il motivo sembra legato a questioni politico sindacali, estranee all'indagine vaccini.
Petrillo parla poi di vaccinazioni. «Sono sempre stata favorevole. Una mia amica ostetrica non voleva vaccinare il figlio. Il bambino ha fatto regolarmente tutti i vaccini. L'ho convinta io». In tanti si chiedono perché i bambini vaccinati dalla 30enne non piangessero. Poi c'è il mistero delle fiale (una sola però riconducibile a Petrillo) piene. «Durante la vaccinazione l'infermiera non è mai sola. C'è sempre un adulto (la mamma) col bambino. Mi devono spiegare come ho fatto a buttare il siero sotto i loro occhi. Ho preso come un complimento chi mi diceva che il bimbo non piangeva dopo la puntura».
Per Petrillo, sebbene ci siano spiegazioni scientifiche, è un mistero perché non ci siano tracce del principio attivo del vaccino nell'80% dei bambini trattati da lei (20% nei colleghi).
Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Aprile 2017, 17:39
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