Furbetti del cartellino, l'Ordine dei medici: «Vogliamo il dossier di quei 110»
di Federica Cappellato
A parlare Paolo Simioni, presidente dell'Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Padova, che illustra il percorso seguito dall'ente di via San Prosdocimo: «Come da prassi istituzionale dell'Ordine sarà richiesta alla Direzione dell'Azienda ospedaliera e alla Regione la documentazione relativa alle posizioni contestate (110 relative al biennio 2015-2016, ndr) per quanto riguarda i colleghi nostri iscritti per evidenziare e perseguire eventuali addebiti sul piano deontologico, qualora siano rilevati. La sanità padovana non é quella dei furbetti descritti in questi giorni, ma delle migliaia di stimatissimi colleghi che quotidianamente - afferma Simioni - svolgono il loro lavoro con perizia, dedizione e onestà».
Secondo Adriano Benazzato, segretario di Anaao Assomed Veneto (Associazione medici dirigenti), la vicenda dei 110 furbetti del cartellino fa cadere «fango sulla testa di tutti e aumenta la pressione negativa sui medici. Se pochi hanno sbagliato, tutti vengono dipinti come lazzaroni, delinquenti e truffatori. Un migliaio sono i medici che lavorano in Azienda ospedaliera. Se un numero limitato di loro non ha rispettato le regole, alla fine sembriamo tutti quanti in una qualche misura dei briganti, e questo non fa che accentuare il malessere che da anni c'è negli ospedali».
La filiera è chiarissima, secondo il portavoce Anaao: «Intanto gli ospedalieri timbrano, gli universitari no. Gli ospedalieri hanno una procedura evidente: devono stimbrare l'attività istituzionale, timbrare e inserire un codice numerico per l'attività libero professionale. In ogni caso il tracciato informatico di pazienti visitati, prenotazioni e pagamenti non può sfuggire all'Azienda, se i controlli sono stati fatti. A fine mese abbiamo sempre l'obbligo di verificare se tutto è a posto o meno, giustificando le eventuali non timbrature su un apposito modulo. Che vengano fuori casi del 2015 e del 2016 significa che non sono stati effettuate le dovute verifiche. Ho la sensazione comunque che si tratti di una tempesta in un bicchier d'acqua: 55 contestazioni l'anno, bisogna vedere di che tipo. Magari uno non ha timbrato un paio di volte, altra cosa è chi non ha mai timbrato per mesi o per anni addirittura, ma fatico a pensare che si sia verificata un'eventualità del genere».
Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Febbraio 2018, 10:58
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