I funerali giovedì al Palaluxottica. Paese scosso: «Mancherà a tutti»

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di R.G.

AGORDO (BELLUNO) - Agordo è un paese in lutto all'annuncio della morte del suo cittadino onorario Leonardo Del Vecchio, che qui portò oltre 5mila posti di lavoro e un benessere diffuso. «È la notizia che mai avremmo voluto apprendere - afferma il sindaco Roberto Chissalè - siamo affranti e avviliti». E proprio ad Agordo, dove tutto ha avuto inizio, Del Vecchio ha manifestato la volontà di essere salutato per l'ultima volta: il funerale al Palaluxottica di giovedì alle 10, giorno in cui sarà proclamato il lutto cittadino, verrà celebrato dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni e sarà preceduto dalla camera ardente di domani pomeriggio.


IN MUNICIPIO
«Ci ha lasciati un grande imprenditore - affermano il primo cittadino e il vice Giulio Favretti - che tantissimo ha dato ad Agordo nonché all'intera provincia di Belluno, creando occupazione e prosperità. Ma anche una persona che si è fatta sempre voler bene dall'intera comunità che oggi, infatti, si dispera». Non manca la preoccupazione per il futuro dell'azienda. «Luxottica ha fortissime radici agordine - sottolineano i due amministratori - basti pensare ai tanti investimenti fatti. L'ultimo, il potenziamento dei parcheggi che da 1.200 sono passati a quasi 1.500. Un'operazione che sappiamo essere stata seguita da Milano da Del Vecchio in persona, passo dopo passo, guardando le immagini trasmesse dalle telecamere. A dimostrazione di come, fino all'ultimo, sia stato profondamente legato alla sua creatura». Ma un altro progetto di spessore è già in ballo: la realizzazione di una centrale a biomasse per ottimizzare i rifornimenti elettrici.


OPERAI E AMICI
«Un silenzio assordante e un'atmosfera immensamente mesta».

Così i lavoratori Luxottica, fuori dai cancelli, descrivono il clima che si respirava ieri nei reparti e negli uffici dello stabilimento. «Il 7 luglio andrò in pensione dopo 40 anni di lavoro trascorsi qua - afferma Giuseppina Fossen - e speravo di poter essere salutata dal patron Del Vecchio. Il mio sogno, purtroppo, resterà tale: non potrò più stringergli la mano». «Lavoro qua da 32 anni - sottolinea Rosella Luraschi - e Del Vecchio l'ho visto più volte. Anche all'opera quando come un operaio normale si è tirato su le maniche e ci ha aiutati a rimettere a nuovo il reparto chimico: sempre affabile e disponibile». «Gli ho telefonato per il compleanno, il 22 maggio, ma la moglie mi ha detto che era in ospedale - racconta l'amico agordino del cuore Italo Schena, 88 anni -. Quante cose abbiamo condiviso: dalle partite a carte a terzilio al bar, alle gite in montagna, sino alle vacanze oltreoceano con le rispettive famiglie». «La sua pizza preferita - confida l'amico pizzaiolo Silvio Spinnato - era la margherita, servita su due piatti: quello sotto bollente, in modo che conservasse la temperatura della pasta; normale invece quello da appoggiare sul tavolo, per non scottarsi». «Con mio papà Floriano presidente della Comunità montana Agordina, negli anni 80, Del Vecchio è stato assessore alla sanità - ricorda il figlio Sergio Pra -. Entrambi democristiani, avevano una sintonia nei confronti del bene pubblico. Ma il patron è stato anche presidente dell'Agordina calcio. C'è ancora chi se lo ricorda passare dagli spalti alla sistemazione del campo, con badile e carriola, come nulla fosse. Mancherà a tutti».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno 2022, 10:54
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