Roma, uccise perchè la musica troppo alta lo
infastidiva: condannato a 14 anni di carcere

Roma, uccise perchè la musica troppo alta lo infastidiva: condannato a 14 anni di carcere

di Davide Manlio Ruffolo
Prese un cacciavite e, al culmine di una lite, assassinò il 33enne Carlo Macro. Questo quanto stabilito dai giudici della prima corte di assise di Roma che, così, hanno condannato, a 14 anni di reclusione, con l'accusa di omicidio volontario aggravato, l'indiano 58enne Joseph White Klifford.





La vicenda risale alla notte del 14 febbraio scorso in via Garibaldi, la strada che porta al Gianicolo, sul colle che sovrasta Trastevere. Quel giorno Carlo ed il fratello, dopo una notte in compagnia dei propri amici, avevano fermato la loro auto nei pressi di una roulotte apparentemente abbandonata. Il volume dello stereo era alto.



Troppo alto secondo Joseph White Klifford che, sceso dalla roulette in cui stava riposando, accusò i giovani di averlo svegliato. Ne scaturì una lite furibonda. Poi l'indiano afferrò un cacciavite e sferrò alcuni fendenti, fra cui quello fatale al torace, verso il 33enne. Il fratello, sotto choc, caricò il ragazzo in auto e corse verso l'ospedale ma per Carlo, ormai, era troppo tardi.



Alla lettura della sentenza i parenti della vittima, ritenendo la pena non congrua, hanno manifestato il proprio disappunto. Probabile l'impugnazione della sentenza da parte del Pm Francesco Dall'Olio che aveva chiesto 21 anni di carcere.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Giugno 2015, 08:39
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