Mafia al nord, confiscati beni per 5 milioni.
Tra gli indagati i presunti contabili dei Mangano

Mafia al nord, confiscati beni per 5 milioni. ​Tra gli indagati i presunti contabili dei Mangano

di Marta Abbà
Oltre cinque milioni di beni, tra cui 124 immobili, sono stati sequestrati ieri dalla direzione distrettuale antimafia di Milano a due professionisti, i fratelli Rocco e Domenico Cristodaro, sospettati di essere i contabili dell'organizzazione mafiosa legata alla famiglia Mangano, qualla del celebre stalliere di Arcore, Vittorio. I due, 47 e 43 anni, sono stati indagati a piede libero per associazione per delinquere di stampo mafioso e produzione di fatturazioni per operazioni inesistenti.





Il sequestro è stato eseguito nella mattinata di ieri a Milano e in vari Comuni delle province di Cremona, Biella e Bergamo dagli agenti della squadra mobile di Milano, dai finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di Cremona e dai carabinieri della squadra misure di prevenzione della procura di Milano, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del sostituto procuratore Alessandra Dolci.



Ai due fratelli, di origine calabrese, sono stati sequestrati tre società, 81 conti correnti e 124 immobili tra cui anche orti, appezzamenti di terreno, frutteti, maneggi, e un'azienda agricola a Crema, la «Fazenda Rocco»; inoltre, sono titolari di due studi di consulenza contabile a Milano e in provincia di Cremona. I due professionisti sono sospettati essere i reali proprietari di un consistente patrimonio accumulato nel corso degli anni grazie ad attività illegali e nascosto con prestanome. Una fitta rete di società utilizzate per consistenti frodi fiscali.



Il loro ruolo sarebbe stato quello di contabili all'interno di una organizzazione criminale che faceva a capo alla famiglia Mangano; tale sodalizio di stampo mafioso era stato decapitato lo scorso settembre da una operazione condotta dalla squadra mobile di Milano. Rocco e Domenico Cristodaro, in quella occasione, sempre a seguito di indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, erano già stati indagati a piede libero mentre otto importanti esponenti del clan erano finiti in manette.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Luglio 2014, 13:49
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