I parlamentari brindano, vitalizi già sicuri (a meno che non si voti ad agosto...)

I parlamentari brindano, vitalizi già sicuri (a meno che non si voti ad agosto...)

di Mario Fabbroni

Votare il prossimo 10 settembre per evitare che i parlamentari incassino il cosiddetto vitalizio? Una bufala colossale, che nessuno dei politici in carica (M5s compreso) rivela agli italiani. Eppure basta fare due conti leggendo attentamente la normativa approvata da entrambe le Camere nel 2012.



Perché è il 27 agosto l'ultimo giorno utile per le elezioni anticipate senza far scattare il presunto "macigno" della pensione contributiva (poco più di 850 euro al mese per una legislatura, somma da corrispondere - si badi bene - soltanto al compimento del 65esimo anno di età di ognuno degli attuali eletti).



Funziona così: Camera e Senato non si sciolgono anche se dalle urne vengono indicate nuova composizione parlamentare e nuovi eletti: restano infatti in regime di prorogatio (come stabilito ope legis, articolo 61 della Costituzione), in virtù del quale le assemblee continuano a esercitare i loro poteri fino a quando non si riuniscono le nuove. In media, il periodo trascorso tra la data delle elezioni e la prima riunione delle nuove assemblee è di 15 giorni. Due settimane indispensabili per la verifica della correttezza delle votazioni, fase che in ogni caso non può superare i 20 giorni (come dice sempre l'articolo 61). 



Ma c'è una ulteriore beffa taciuta alla nazione. Anche se si dovesse andare a votare in tempo (27 agosto, mai avvenuto in Italia), le somme versate da ognuno dei parlamentri con il nuovo sistema pensionistico contributivo dovrebbero essere subito restituite a chi non fosse rieletto, dato che si tratta di un accantonamento. Qualcosa cone 50mila euro per ogni posizione. Siamo sicuri che sia davvero un affare? 
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Maggio 2017, 19:32
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