«L'adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell'assurdità da parte di chiunque, militari dell'Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell'Arma», afferma in una nota il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, a proposito dell'inchiesta, precisando che l'accaduto è «un fatto circoscritto» e ribadendo «il più incondizionato e alto apprezzamento» per l'opera dell'Arma dei carabinieri. Il procuratore Aldo Giubilaro ha affermato che l'esecuzione del provvedimento è avvenuta «con sincero dispiacere».
Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno dal gip del Tribunale di Massa Carrara, Ermanno De Mattia.
Non è consentito, ricorda Giubilaro, «in uno stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo, ancorché meritevole e glorioso come l'Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità, autorizzi persino la commissione di reati e metta al riparo dal subire indagini». Il procuratore sottolinea come le misure abbiano colpito «un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell'impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell'adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari dell'Arma dei carabinieri della provincia di Massa».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Giugno 2017, 16:37
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