Era il 2004 quando la bimba, che all'epoca aveva un anno, fu affidata al padre che si era appena separato dalla madre, che da tempo soffriva, e soffre ancora oggi, di gravi problemi di tossicodipendenza. Nel 2014, però, la ragazzina fu contattata dalla madre, che le disse una bugia affermando che l'uomo che l'aveva cresciuta non fosse il suo vero padre biologico. Per questo motivo l'adolescente, incuriosita, scappò di casa e raggiunse la madre nello scantinato dove la donna viveva. Qui la ragazzina iniziò a subire le attenzioni morbose di diversi uomini e un giorno, approfittando dell'assenza della madre, fu violentata da un 60enne bodybuilder che viveva nello stesso complesso.
Le violenze sessuali si moltiplicarono nel corso del tempo, finché la ragazzina non raccontò tutto al fratello maggiore e partì la denuncia. L'uomo fu arrestato e poi condannato (21 anni di carcere complessivi per un altro stupro ai danni di una 17enne commesso in precedenza), la madre fu denunciata e lei fu affidata in custodia alla famiglia di un poliziotto 30enne intervenuto per salvarla. Quello che accadde dopo, tuttavia, è ancora più inquietante. All'insaputa della moglie, l'agente iniziò una relazione con la 14enne, un rapporto consenziente ma illegale che sfociò poi anche in abusi e foto pedopornografiche. Per questo motivo l'uomo è stato processato e condannato a sette anni di carcere. L'adolescente, che oggi ha 16 anni, si trova in una comunità di recupero ma deve ancora riprendersi dallo stress post-traumatico che l'ha spinta in più di un'occasione a tentare il suicidio.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Giugno 2017, 14:43
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